Policlinico, medico aggredito da parenti paziente Covid

di Michele Bruno – Aggredita da quattro persone, uomini e donne, che volevano visitare un loro parente ricoverato al Policlinico, come paziente Covid.

E’ successo ieri a un medico trentenne di turno al reparto, che alla richiesta dei congiunti del malato aveva spiegato loro che le recenti disposizioni anti-Covid non permettono visite dei malati. Ha anche chiarito loro le condizioni del parente ammalto. Ma i quattro non hanno voluto sentire ragione e le si sono rivolte contro con violenza.

I colleghi del Pronto Soccorso sono stati subito pronti a difenderla, dopodiché assieme a lei si sono barricati in attesa delle volanti della Polizia, che hanno fermato gli aggressori. Oggi è avvenuta la denuncia in Questura, accompagnata dal Rettore di Unime Salvatore Cuzzocrea e dal primario del reparto Covid Antonio Versaci. 

D’altronde «L’Università di Messina, – si legge in una nota dell’Ateneo messinese –  nella persona del suo Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, esprime tutta la propria solidarietà alla collega dell’unità di Medicina d’Urgenza e ai colleghi del Pronto Soccorso aggrediti in maniera fisica e verbale al Policlinico di Messina. L’Amministrazione universitaria ribadisce altresì la sua vicinanza a tutto il personale, medici, infermieri e amministrativi, che giornalmente nell’Azienda ospedaliera, in questa fase delicata della pandemia, è impegnato in prima linea a garantire i servizi e le cure all’utenza. Vero è che quanto accaduto non è direttamente riconducibile all’emergenza Covid, ma occorre anche notare, con dispiacere, come il contesto attuale e le difficoltà indotte dalla pandemia molte volte ingenerino la proposizione di osservazioni sterili, se non fuorvianti, e che in ogni caso tendono ad ingenerare nell’opinione pubblica una visione deteriore della maggiore struttura ospedaliera della nostra città, i cui operatori, pur tra mille difficoltà, non diversamente da quanto avviene nel resto del Paese, prestano la loro opera con professionalità, spirito di dedizione e sacrificio. L’Università rimane al fianco della sua Azienda ospedaliera e dei suoi operatori sanitari, docenti, ricercatori, infermieri e dirigenti delle diverse categorie, mediche e non; nei modi e secondo le modalità stabilite dalle leggi e dai protocolli d’intesa stipulati con la Regione Siciliana, condanna fermamente ogni atto vigliacco di violenza fisica e verbale contro di essi e, fermo rimanendo il diritto di critica civile e rispettosa, auspica un clima di maggior serenità e ponderatezza nei giudizi verso una Struttura che pur con tutte le criticità, presunte o tali, sta compiendo in questo momento il massimo sforzo a servizio della collettività e dei pazienti».

Nonostante 4 giorni di prognosi la dottoressa è comunque già al lavoro, per via dell’emergenza dovuta alla variante Omicron e all’aumento dei ricoveri.

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it