“Dallo Stadio Celeste ai progetti futuri”, un’analisi di M5S Messina sulla gestione degli impianti sportivi

di Michele Bruno – E’ intitolato “Messina e la rinascita dello sport. Dallo Stadio Celeste ai progetti futuri” il webinar del M5S di Messina (si può rivedere qui, sulla pagina Facebook del M5S Messina) che ha approfondito i temi dello Sport, delle strutture sportive nella nostra Città e tutto ciò che comporta la loro gestione ed amministrazione.

Dopo i saluti istituzionali da parte del Commissario del Comune di Messina Leonardo Santoro, e del deputato alla Camera Francesco D’Uva è stata fatta una disamina di quali sono le priorità per una corretta gestione degli impianti sportivi messinesi e quello che è stato fatto negli anni dell’Amministrazione De Luca.

Si è trattata in sintesi di una chiacchierata con l’ing. Sergio Bruno, il giornalista sportivo Davide Mangiapane, il consigliere Andrea Argento, che ha chiarito molti aspetti riguardo queste tematiche, a cui hanno preso parte anche il candidato Sindaco di Messina, Franco De Domenico, ed il giornalista Marino Rinaldi come moderatore.

Il quadro lasciato dall’Amministrazione uscente viene delineato in maniera non positiva dai tre relatori.

Il Consigliere Andrea Argento ha spiegato ad esempio che “in questi anni sono state azzerate tutte le risorse in bilancio per lo sport, questo significa che non c’è attenzione per lo sport in Città. Sono state esternalizzate tutte le strutture e si è cercato di assegnarle in pochissimi mesi alle società sportive di riferiemnto, una strategia che si è rivelata impossibile da percorrere. Questo rivela mancanza di conoscenza del tessuto sportivo cittadino. Le società sportive non erano in grado di occuparsi dei costi delle strutture sportive comunali, è un dato di fatto”.

L’alternativa alle concessioni sarebbe stata dare maggiore vigore agli uffici comunali, ma “Il dipartimento sport – ha aggiunto Argento – è stato svuotato, gli uffici sono carenti di personale, non si è attinto ai finanziamenti pubblici nazionali e regionali in merito agli impianti, come fanno molti comuni anche più piccoli, come ad esempio il Comune di Nicosia”.

Il bilancio fatto da Argento è così disastroso che, incalza: “La tanto vituperata Amministrazione Accorinti qualche risultato in più lo ha raggiunto: oltre 5 milioni di finanziamenti sono stati intercettati allora a Messina, De Luca soltanto 0,7 milioni”.

La situazione degli impianti sportivi a Messina però è sempre stata difficile. Lo fa notare Davide Mangiapane, che ha specificato come “a Messina ci sono sempre state problematiche di impianti, tanto che in momenti di necessità nel passato sono state usate anche strutture non adibite a questi usi, e molte attività si svolgevano all’aperto. Oggi la situazione non è migliorata del tutto”.

Per il giornalista, “dare in concessione a società dilettantistiche non è una soluzione, bisogna che il Comune si prenda in carico le strutture che può, attraverso finanziamenti ed investimenti, gestire da sé. E dare in concessione le altre, ma con un’attenta valutazione del soggetto a cui si affida la gestione. Bisogna fare un censimento delle strutture comunali sportive esistenti, intercettare finanziamenti pubblici e mettere a norma gli impianti, superando il metodo della concessione annuale. Finora questo meotodo ha portato a contenziosi con le società sportive per le concessioni e i costi di manutenzione. Serve una visione organica e generale del settore sportivo a Messina”.

Argento fa l’esempio del bando per lo Stadio Franco Scoglio “il cui fallimento – per il consigliere pentastellato – è stato evidente ed ha portato al caos. Era un qualcosa di inappetibile: si prospettava l’arrivo di petrolieri e fantomatici magnati russi, che non sono arrivati per investire nella nostra Città. Servivano altre soluzioni, ma non si è dato ascolto a chi come noi lo ha fatto presente. Non si può esulare dal tessuto socioeconomico in cui si vive, Messina è una Città in difficoltà economiche ed attualmente non risulta appetibile all’estero. Prima bisogna porre le condizioni perché un investimento su Messina lo diventi. Ci sono troppe spese, la messa a norma, l’agibilità delle strutture, il pagamento delle utenze, inoltre anche se non era richiesto nel bando era chiaro che ci si dovesse prendere in carico il futuro di una squadra di calcio e garantirne la sopravvivenza e la militanza nei campionati cui partecipa. Non è una possibilità sostenibile. Era un’ambizione troppo grossa. Far fare agli altri tutto quello che il Comune non può fare”.

E l’ing. Sergio Bruno ha incalzato: “Le società in questo modo non possono nemmeno guadagnare nulla, perché l’attuale Piano regolatore è vecchio e lo impedisce, infatti non si può usare l’esterno dello Stadio per utilizzarlo in attività che restituiscano introiti”.
Bruno ha insistito anche sul fatto che non si debba “usare un solo impianto sportivo, che anche il Giovanni Celeste può essere una risorsa per il Calcio e lo Sport messinese e può essere usato dai settori giovanili e dai club minori, per questo il Celeste andrebbe al più presto ristrutturato”.

E si è espresso anche sull’utilizzo del Superbonus 110%, un cavallo di battaglia per l’ingegnere, che ritiene che “molte strutture possano essere ristrutturate a costo zero usufruendo del bonus, prorogato fino al 2025, anche se ci sono alcune scadenze”.

Infine anche l’Università per Mangiapane “dovrebbe avere un ruolo nello sport cittadino, e di fatto lo ha. Per questo Comune, Società sportive ed Università di Messina devono lavorare in sinergia, Unime non può essere considerato un corpo estraneo”.

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