Premio ai dipendenti Atm, Uil e Cgil: “che Campagna festeggi i lavoratori un ossimoro”

«Apprendiamo che il Presidente e il Direttore Generale di Atm Spa hanno comunicato di voler “premiare” i dipendenti “meritevoli” dell’azienda trasporti con un bonus “una tantum” in occasione del primo maggio e per i risultati aziendali fin qui conseguiti».

Esordiscono i sindacati Uiltrasporti e Filt Cgil in una nota.

«Ben vengano gli incentivi che questi sindacati hanno più volte reclamato per tutti i lavoratori – dichiarano Carmelo Garufi e Michele Barresi segretari di Filt Cgil e Uiltrasporti – ma il presidente Campagna che celebra con questo gesto la festa del primo maggio ci appare un ossimoro, viste le continue vessazioni ed il clima autoritario da tempo instaurato in azienda che ha portato a due scioperi di queste organizzazioni sindacali. Quotidianamente assistiamo a fiumi di contestazioni disciplinari senza una vera possibilità di discolpa per i lavoratori ed i più tartassati sono proprio gli autisti che, per quanto comunicato, sebbene elogiati dal presidente, nella stragrande maggioranza non avrebbero diritto al premio per festeggiare il primo maggio. Più volte abbiamo chiesto di rivedere l’attuale contratto integrativo male applicato dall’azienda e che ha visto lavoratori di serie A e lavoratori di serie B con gli apprendisti a cui questo management non riconosce eguali diritti rispetto al resto della forza lavoro».

«Caro presidente Campagna – continuano i sindacalisti – il primo maggio è una ricorrenza seria che celebriamo per ricordare i diritti conquistati con la lotta dei lavoratori, diritti che spesso sono stati calpestati durante questi anni in Atm. Ribadiamo, prevedendo già la sua solita replica, che siamo d’accordo a incentivare i lavoratori, ma questo premio elargito a poche settimane dalle elezioni occorre che vada strutturato diversamente e concordato con le organizzazioni sindacali perché tutti i lavoratori partecipano al risultato dell’azienda e soprattutto va istituzionalizzato e riconosciuto ogni anno se non gli si vuole lasciare l’amaro sapore della propaganda elettorale».

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