Scoperta una “pro loco del sesso” a Brolo, “subaffitto caro” per una sexworker che ha denunciato

Con i proprietari avevano un contratto normale: 300 euro per un appartamento a Brolo, sulla costa tirrenica di Messina. Ma alle prostitute offrivano “servizi” per 70/80 euro al giorno: un subaffitto ritenuto caro da una sexworker arrivata nel 2020 da Roma, e che ha dato il via alle indagini denunciando ai carabinieri di Brolo il giro di affari e la decisione di tornare nella capitale.

Due anni di appostamenti, intercettazioni e interrogatori da parte degli uomini della Compagnia dei Carabinieri di Patti hanno portato all’operazione di oggi, con l’esecuzione di misura cautelare personale emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Patti (ME), su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal dott. Angelo Vittorio Cavallo, nei confronti di quattro persone, tre delle quali ritenute responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di favoreggiamento e
sfruttamento della prostituzione aggravati; a carico di due indagati e di un quarto soggetto sono stati documentati anche gravi indizi di colpevolezza in ordine a ipotesi di detenzione ai fini della cessione a terzi di sostanze stupefacenti distintamente commesse dai singoli indagati.

Nel corso delle indagini, nel periodo compreso tra settembre 2020 e febbraio 2021, sono state identificate complessivamente sei donne oggetto di sfruttamento, cinque colombiane e una ecuadoriana, che si sono alternate tra loro, adottando un costante turnover, abitando la casa, nel corso del tempo, più volte e in distinte circostanze. L’attività da loro esercitata è stata riscontrata attraverso le dichiarazioni di innumerevoli clienti,
opportunamente sentiti quali persone informate, identificati grazie alle attività di indagine che hanno consentito di documentare un costante e considerevole afflusso di uomini presso l’appartamento in esame. In tutti i casi è stato altresì riscontrato che la presenza delle donne sfruttate sul territorio brolese è stata costantemente pubblicizzata mediante annunci pubblicati in rete su siti dedicati, al pari dell’appartamento adibito a casa d’appuntamenti, come puntualmente accertato.
Si soggiunge che nel corso delle investigazioni è stato documentato come il principale indagato avesse la disponibilità di cospicui quantitativi di cocaina, che lo stesso definiva “neve”, tanto da offrirla a numerosi suoi interlocutori, anche in occasione di programmati incontri sessuali, motivo per il quale è ritenuto responsabile anche del delitto di detenzione ai fini della successiva cessione a terzi, commessa in plurime località della Sicilia, nel periodo compreso tra il novembre 2020 e il febbraio 2021. Analogamente, l’ulteriore uomo indagato per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, è ritenuto responsabile,
anche in tempi diversi, di alcune cessioni di sostanza stupefacente del tipo metadone.

Ad essi si aggiunge unulteriore indagato, ritenuto responsabile della cessione di sostanza stupefacente del tipo metadone.
In relazione alla gravità della condotta dei singoli soggetti, nei confronti dei due uomini indagati per i reati disfruttamento e favoreggiamento della prostituzione aggravati e di detenzione ai fini della cessione a terzi disostanze stupefacenti, è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari, aggravata dal divieto di comunicare, tramite qualsiasi mezzo, con persone diverse da quelle che con loro coabitano; la donna, indagata per i reati inerenti la prostituzione, è stata sottoposta all’obbligo di dimora nel comune di residenza,
con l’ulteriore obbligo di non allontanarsi dalla propria abitazione nelle ore notturne; infine, per l’ultimo indagato è stata disposta la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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