Fondo Fucile, la verità sulle ultime demolizioni

foto gentile concessione di Enrico Di Giacomo

di Michele Bruno – Si è vero. Si sta arrivando alla fine della lunga storia delle baraccopoli di Fondo Fucile. Le demolizioni delle ultime abitazioni sono avvenute in queste settimane. I tetti sono stati liberati dalle lastre di amianto ed è stata realizzata la demolizione dei muri perimetrali. Resta soltanto da liberare l’area ormai sbaraccata dalle macerie rimaste, dall’amianto raccolto in imballaggi, e da legno e terra ammucchiati, frutto dei lavori, che dovrebbero terminare quest’estate, si spera.

Va dato merito alla Prefetta Cosima di Stani e alla partecipata Arisme, presieduta da Marcello Scurria, rispettivamente mente e braccio esecutivo del progetto, di star procedendo spediti verso la fine di questo capitolo della storia delle baraccopoli messinesi.

Tuttavia in generale è ancora lunga la strada da fare per liberarsi di quelle ancora in piedi in altre zone della città.

imballaggio con amianto dentro, foto gentile concessione di Enrico Di Giacomo

Il momento in cui per Fondo Fucile c’è stata una accelerazione è sicuramente durante l’Amministrazione di Renato Accorinti, quando, con la firma del progetto Capacity sostenuto dalla Fondazione di Comunità di Gaetano Giunta, sono stati stanziati in totale 20 milioni per il superamento della situazione di degrado, 18 dallo Stato e 2 portati dalla stessa Fondazione. Il progetto prevedeva non solo lo sbaraccamento, ma anche la responsabilizzazione degli abitanti, attraverso l’autocostruzione, l’acquisto a modiche cifre di nuove abitazioni senza ricorrere a nuova cementificazione, e l’assenza di reati commessi dall’adesione al progetto per gli abitanti stessi. Infine la realizzazione di un Parco urbano nei luoghi sbaraccati.

Il parco urbano sarà realizzato comunque, ma, assieme ad edifici adibiti ad abitazioni per gli abitanti, a valere sugli oltre 100 milioni di progetti presentati dall’Amministrazione comunale e metropolitana De Luca, che sono stati selezionati nei bandi Pnrr per la “qualità dell’abitare” (si è più volte parlato del rischio di ripetere costruzioni degradanti simili alle Vele di Scampia, i così detti torrioni, ne ha parlato in campagna elettorale Coalizione Civica, ma ne abbiamo parlato anche noi).

Gran parte degli alloggi e delle demolizioni già realizzate per Fondo Fucile, tuttavia, derivano dai fondi di Capacity. Per la restante parte ci si è appoggiati a fondi recuperati attraverso la Legge regionale n.10 del 1990 e la rimodulazione del Masterplan (anch’esso arrivato durante il periodo accorintiano, con l’allora Governo Renzi).

Il Prefetto ed Arisme hanno utilizzato tutti i fondi fruibili e già esistenti per raggiungere l’obiettivo. Ancora nulla dagli oltre 100 milioni del Pnrr.

foto gentile concessione di Enrico Di Giacomo

Va ricordato che il Prefetto è Commissario Straordinario allo Sbaraccamento, grazie ad un Decreto Covid firmato da Mara Carfagna, che attribuisce a Di Stani i così definiti “poteri speciali”.

Attualmente la competenza non è dell’Amministrazione comunale, come ricordato anche oggi dal Sindaco Federico Basile a Palazzo Zanca. L’Amministrazione De Luca diede però la disponibilità di utilizzare come strumento operativo la partecipata costruita ad hoc e presieduta da Scurria.

Anche i fondi che il Decreto Covid stanzia per lo sbaraccamento a Messina, provvedimento fortemente voluto dai deputati Francesco D’Uva, Pietro Navarra e Matilde Siracusano, fortemente battutisi per questo, non sono tuttavia stati ancora utilizzati. Potranno però essere utili per l’ultima parte dell’iter che porterà ad eliminare le baracche a Messina.

Ad ogni modo lo sbaraccamento nel suo complesso non è finito, ci sono ancora abitazioni da demolire in alcune zone della Città. In questi 4 anni sono state date case pari circa al 15% delle necessità e di questa quantità gli strumenti messi in campo dall’Amministrazione De luca hanno inciso solo in minima parte, anche se sicuramente Arisme ha avuto un importante ruolo operativo.

Oltre alla provenienza dei fondi maggiormente utilizzati e dell’iter iniziato con la Giunta Accorinti, come già spiegato, va anche considerato l’importante apporto di IACP, che ha fornito molte case per la nuova abitazione.

 

 

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