Nero d’Avola: alla scoperta del vino siciliano chiamato anche Calabrese

Il Nero d’Avola è un vino conosciuto ed apprezzato in tutta Italia, vera e propria eccellenza delle produzioni enologiche del Mezzogiorno, e può vantare una caratteristica molto particolare nella sua denominazione.

Vino siciliano, chiamato anche “Calabrese”

Sebbene il Nero d’Avola sia assolutamente siciliano, tale nome d’altronde non lascia spazio a dubbi su quale sia la sua provenienza, inoltre noti e-commerce come VinoPuro lo collocano rigorosamente nella sezione dedicata ai vini siciliani, esso viene spesso chiamato “Calabrese”.

Questa denominazione è particolarmente radicata, al punto che, nel lontano 1970, il vitigno da cui si ricava il Nero d’Avola fu registrato proprio come “Calabrese” nel Registro Nazionale della Varietà della Vite; ancora oggi è sufficiente effettuare una semplice ricerca su Internet accostando le parole “Nero d’Avola” e “Calabrese” per rendersi conto di come siano abitualmente utilizzate per definire lo stesso prodotto.

Ma come si spiega questo? Perché un vino siciliano è chiamato in questo modo?

La risposta è semplice: il nome “Calabrese”, in questo caso, non fa riferimento alla provenienza geografica, ma ha un’origine differente.

Si ritiene infatti che il nome “Calabrese” nasca dall’unione di due termini in dialetto siciliano: “cala”, che significa uva, e “ravrisi” che significa di Avola, da qui l’antico nome di questo vino, “calaravrisi” si sarebbe poi “evoluto” in Calabrese pur non essendoci, come detto, alcun legame produttivo con questa regione.

Produzione che nasce dagli omonimi vitigni siciliani

Svelata questa curiosa “chicca”, andiamo a scoprire altre peculiarità che contraddistinguono il Nero d’Avola.

Avola, e in generale tutta la zona del siracusano, rappresenta senz’altro il “cuore” della produzione di questo vino, ma non solo, perché importanti vitigni si collocano anche nelle province di Catania e Ragusa.

Complessivamente i vitigni Nero d’Avola, da cui si produce appunto il vino omonimo, coprono circa 12.000 ettari nell’intera isola, senza trascurare vitigni analoghi in altre regioni meridionali, si tratta dunque di una produzione molto importante anche dal punto di vista quantitativo.

In un passato non lontano, questi floridi e diffusi vitigni erano largamente impiegati per la produzione di etichette del Nord Italia, meno frequentemente anche di altre nazioni europee, in seguito, anche grazie alla nascita di nuove imprese del settore sul territorio, esso ha iniziato a prendere una precisa identità consolidandosi come un vino siciliano a sé stante, un prodotto che oggi può senz’altro rappresentare un vanto dell’enogastronomia dell’isola.

Principali caratteristiche organolettiche del Nero d’Avola

Utilizzando i vitigni Nero d’Avola è possibile produrre dei vini rossi dal colore particolarmente scuro, questa è infatti la caratteristica visiva più tipica di tali produzioni, anche se sono presenti anche delle varianti rosé, sebbene rappresentino solo una nicchia.

Nero d’Avola è un vino vellutato, profondo, che fa respirare i profumi ed i sapori del Sud; è inoltre un vino fruttato, ma mai eccessivamente dominante, e ciò consente dunque di poterlo gustare in tavola con grande versatilità.

L’ideale è associare il Nero d’Avola a secondi piatti, soprattutto carni e formaggi, inoltre questo vino riesce ad esaltare in maniera straordinaria le sensazioni organolettiche del cioccolato, proprio per questo viene spesso proposto in abbinamento a dei dessert.

La sua gradazione alcolica, variabile da etichetta ad etichetta, viaggia attorno ai 15°C.

 

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