Contrasto alle diseguaglianze e la lotta al cambiamento climatico nel Piano Strategico della Fondazione Me.S.S.In.A

«Transizione verde, digitale, culturale, educativa e demografica a cui deve corrispondere la cura della resilienza sociale, cioè della capacità delle persone di reagire alle grandi transizioni: è il modello di Europa tracciato dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen ed è anche un modello che la Fondazione Me.S.S.In.A già applica, con buon anticipo», ha esordito Francesco Profumo, presidente dell’ACRI (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio) nel corso della presentazione del libro Domani, 2030 in cui la Fondazione descrive e analizza il Piano Strategico che proietta la sua attività nei prossimi anni. «Per me questa è una realtà di riferimento per il panorama nazionale – ha aggiunto Profumo – e le sue strategie dovrebbero diventare cultura diffusa nel nostro Paese».

Una realtà, quella della Fondazione Me.S.S.In.A., che, come ha sottolineato il suo Segretario Generale Giacomo Pinaffo, «ha costruito un modello concreto e operativo di economia sociale e solidale, strettamente connessa con l’innovazione tecnologica e l’inclusione delle fasce deboli della popolazione».

Nel volume si trovano dapprima i numeri e poi i casi concreti di questo modello: il risanamento e la rifunzionalizzazione di 10 aree ambientali e architettoniche/monumentali di grande pregio; lo start up e il consolidamento di oltre 200 imprese e micro-imprese, fra cui alcune rigenerate dai lavoratori, dal caso del Birrificio Messina fino alle Ceramiche Siciliane Pattesi; le collaborazioni con istituti di ricerca nazionali e internazionali e la realizzazione di prototipi, come le comunità energetiche solidali capaci di redistribuire energia secondo algoritmi sociali con l’obiettivo di contrastare la povertà energetica; le oltre 700 persone beneficiarie dirette dei programmi della Fondazione, accompagnate in un percorso che ha garantito loro alternative e possibilità di scelta su casa, socialità, lavoro, conoscenza. Tra queste, coloro che sono stati coinvolti dal programma di riqualificazione urbana Capacity, che ha portato al superamento delle baraccopoli di Fondo Saccà e Fondo Fucile consentendo a circa 650 persone di andare a vivere in una casa scelta e a poco meno di metà di esse in un’abitazione di proprietà, «in quella che è stata la più grande operazione di redistribuzione della ricchezza di questa città» ha detto Gaetano Giunta, fondatore della Fondazione. «Una pagina storica per Messina – ha commentato l’assessora alle politiche sociali del Comune, Alessandra Calafiore, scritta in collaborazione tra l’amministrazione comunale e la Fondazione». «E dopo Capacity – ha aggiunto – lanceremo insieme Fertility, un programma di innovazione sociale che può diventare un punto di riferimento a livello nazionale».

Di tutto questo hanno discusso – nella tavola rotonda moderata da Mauro Cucè, caposervizio della redazione digitale della Gazzetta del Sud – Francesco Oliveri, Ordinario di Fisica Matematica dell’Università degli Studi di Messina, Elisa Zambito, Responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa San Paolo, che ha ricordato l’intervento sostenuto dalla Banca a Roccavaldina, dove l’ex polo artigianale si sta trasformando, grazie all’azione della Fondazione e della cooperativa sociale Ecos-Med, in un hub produttivo che promuove i principi dell’economia sociale e circolare e l’approccio olivettiano, Daniel Sorrosal, Segretario Generale di FEBEA, Federazione Europea delle Banche Etiche e Alternative, Giuseppe Sottile, responsabile Area Sud di Banca Popolare Etica, Giuseppe Giordano, Direttore del Dipartimento Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina, Mario Mega presidente dell’Autorità Portuale di Sistema dello Stretto.

Le conclusioni dell’incontro sono state affidate a Gaetano Giunta, che 13 anni fa ha fatto nascere la Fondazione di Comunità di Messina, divenuta oggi Fondazione MeS.S.In.A: «Con questo Piano Strategico la Fondazione non programma in modo deterministico il suo futuro, ma indica i meccanismi con i quali portare avanti lo sviluppo umano sostenibile che è al centro della sua azione, delineando un processo aperto e flessibile, adatto ad affrontare la complessità» ha messo in evidenza. E ha aggiunto: «Il Piano elabora strategie evolutive per affrontare questioni cruciali: la lotta alle diseguaglianze economiche, sociali e di riconoscimento e il contrasto ai mutamenti climatici». Per facilitare questi processi e accelerarli, la Fondazione ha fatto e farà nascere snodi fisici, i Parchi della Bellezza e della Scienza: nuclei di sistemi socio-economici, luoghi di osmosi tra bisogni e desideri dei territori e ricerca e innovazione tecnologica, in grado di generare cultura e aprirsi a livello internazionale, perché nessuna metamorfosi, nessun cambiamento, può avvenire dentro contesti chiusi. «Luoghi di ri-composizione dei saperi – ha specificato Giunta -, in un’epoca caratterizzata da una conoscenza o troppo specialistica o troppo superficiale». Fino all’appello finale: «Per anni abbiamo sperimentato con successo le nostre pratiche ma adesso le sperimentazioni non bastano più. È il momento, e dobbiamo farlo insieme, di contaminare le politiche pubbliche locali, nazionali ed europee su strategie territoriali di sviluppo che possano generare metamorfosi feconde».

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