“Thi is Messina”, per Atm c’è solo “da mangiare”: è polemica sulle nuove pensiline “da rosticceria”

E’ rivolta sui social. Un coro unanime di sconcerto e critiche sulla nuova campagna di comunicazione #thisismessina con la quale ATM ha “rinnovato” le pensiline del tram, tappezzandole di arancini, pitoni, granite e persino “daiuni”, le interiora in bella vista in un piatto di plastica e un mezzo limone sopra. Nessuno pretendeva da questa amministrazione che si occupasse di restituire dignità agli interveni artistici vandalizzati nel corso degli anni, ma alla opportunità di cambiare stile per un messaggio “più turistico” la scelta è caduta sugli istinti più bassi. Come se a Firenze al posto del David di Michelangelo si sponsorizzasse la fiorentina, dicendo “questa è Firenze”, o un piatto di cacio e pepe  come unico motivo per visitare Roma e non certo il Colosseo. I commenti sui social si fanno infuocati: uno su tutti quello del disegnatore Lelio Bonaccorso, che scrive: ” la scelta della Azienda Municipalizzata Trasporti di Messina di sostituire delle opere realizzate da artisti qualificati (che secondo lo stesso Presidente dell’ente sarebbero stati coinvolti), con foto di arancini, focaccia e braciole, non solo è di per se imbarazzante, ma da la misura del rispetto e della considerazione dell’arte stessa, vista solo come mero strumento estetizzante.

E non mi fraintendete perché io sono il primo fissato con le granite e le bontà culinarie messinesi, sostenitore instancabile della nostra storia, ma qui il discorso è che non si comprenda il fatto che l’arte e gli artisti siano i principali vettori della cultura di uno spazio e di un tempo, la ricchezza del popolo stesso che la esprime e infine una grande opportunità comunicativa ed economica.
_Ora, se si pensa che una bella immagine colorata, farà “innamorare” i turisti, si scambiano gli spazi di una città per le scatole dei sofficini findus. L’ATM ora vende arancini, verrebbe da pensare? E non lo dico con sarcasmo.
Insomma si commette un grande errore di valutazione e di comunicazione di chi ha pensato la campagna, amplificato dal fatto che prima che si arrivasse a questo c’era già stato qualcuno che aveva fatto notare la cosa.
Questo perché, al mondo, ognuno deve fare il suo mestiere, almeno se ha come obiettivo di ottenere il miglior risultato possibile.
Sarebbe bastato creare un tavolo con gli artisti e ottenere la valorizzazione del territorio con opere create ad hoc.
Se mi metto nei panni dei colleghi che hanno visto la propria opera rimpiazzata con un piatto di cozze, onestamente da professionista, la cosa l’avrei trovata umiliante.
È come se al posto del Presidente dell’ATM mettessero un fumettista, per capirci.
E sono certo, che anche lui, giustamente, avrebbe fatto le sue rimostranzanze esattamente come ho fatto io con questo post”.

 

 

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