Nuova luce sulla catena di sangue degli Anni ’90 a Barcellona: 7 arresti per 13 omicidi

Una significativa operazione antimafia è stata condotta la scorsa notte a Barcellona, portando all’arresto di sette individui ritenuti responsabili di tredici omicidi avvenuti tra il 1992 e il 1998. L’operazione, coordinata dai carabinieri del Ros e dal Comando provinciale, è il risultato di una lunga e meticolosa indagine durata mesi, condotta dalla Procura retta da Rosa Raffa e coordinata dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio insieme ai sostituti Fabrizio Monaco e Francesco Massara.

I tredici omicidi in questione sono stati parte di una violenta guerra di mafia che ha sconvolto la città di Barcellona negli anni ’90. Questa cruenta catena di sangue, riconducibile a Cosa nostra barcellonese, ha lasciato decine di cadaveri per le strade, molti dei quali sono scomparsi senza lasciare traccia. Alcune delle vittime erano coinvolte in attività criminali o avevano violato le regole imposte dalla famiglia mafiosa.

La svolta nelle indagini è stata segnata dalle dichiarazioni del pentito barcellonese Salvatore Micale, che ha raccontato la sua verità ai magistrati della Distrettuale antimafia di Messina. Micale ha fornito dettagli cruciali che hanno consentito di identificare i mandanti e gli esecutori di questi tredici omicidi fino ad ora irrisolti. Le vittime erano spesso individui puniti secondo i canoni della mafia locale, sia per errori commessi che per violazioni delle regole interne.

Tra gli arrestati spiccano i nomi di Giuseppe Gullotti, a lungo considerato al vertice del gruppo mafioso, e Salvatore “Sam” Di Salvo, designato come suo successore. Altri coinvolti includono Nicola Cannone, Stefano “Stefanino” Genovese, Giuseppe Isgrò, Carmelo Mastroeni e Vincenzo Miano. Quattro di loro erano già detenuti, mentre i restanti tre sono stati recentemente posti in custodia cautelare.

Le indagini hanno gettato nuova luce su tredici omicidi, tra cui il duplice omicidio di Antonino Accetta e Giuseppe Pirri, l’agguato del 1993 a Barcellona che causò la morte di Sergio Raimondi e Giuseppe Martino e l’omicidio di Giuseppe Abbate nel 1998. Le rivelazioni di Micale, integrate dalle testimonianze di altri pentiti nel corso degli anni, hanno aperto nuovi scenari e consentito di gettare luce su crimini rimasti irrisolti per decenni.

L’operazione antimafia rappresenta un importante passo avanti nella ricerca della verità e nella giustizia per le vittime della violenza mafiosa a Barcellona negli anni ’90. Le dichiarazioni dei pentiti e le prove raccolte durante l’indagine potrebbero portare a ulteriori sviluppi e ad altri arresti, contribuendo a svelare definitivamente il velo di mistero che ha avvolto questi omicidi per così tanto tempo.

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