Evasione Iva per 30 milioni su bevande, figlio del boss arrestato in aeroporto

Dieci persone arrestate, 17 divieti di esercitare l’attività d’impresa e il sequestro di 30 milioni di beni nei confronti di 17 società e di 25 indagati.

E’ il bilancio dell’operazione ‘Ultimo brindisi’ della Guardia di finanza di Catania, coordinata dalla Procura europea di Palermo, nei confronti di un’organizzazione che avrebbe illecitamente commercializzato bevande in Italia evadendo l’Iva.

L’ordinanza è stata eseguita da Finanzieri nelle province di Venezia, Vicenza, Messina, Siracusa, Salerno, Roma, Padova, Rieti, L’Aquila e Milano. Tra gli indagati anche il figlio incensurato di un boss del clan Santapaola, Filippo Intelisano, 41 anni, incensurato, figlio del boss Giuseppe, detto ‘Pippu ‘u niuru’ (‘Pippo il nero’, ndr) esponente di spicco del clan Santapaola, di cui sarebbe stato anche per un periodo il reggente, che sta scontando l’ergastolo,comminato il 28 giugno del 2003 con la sentenza del processo ‘Orione 5’, nel carcere di Sulmona.

Filippo Intelisano è stato arrestato all’aeroporto di Venezia mentre, insieme alla moglie, stava per imbarcarsi per Dubai. L’inchiesta è stata coordinata dai pm della Procura Europea Amelia Luise e Gery Ferrara e si basa su indagini del primo Gruppo della Guardia di finanza di Catania .

Filippo Intelisano era stato indagato in stato di libertà nel marzo del 2008 nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Catania sul tentativo, sventato da indagini della Guardia di finanza, di riacquistare un’azienda di trasporti, la Riela group, che era stata confiscata per mafia nel 1999.

Il gip etneo ha disposto misure cautelari personali nei confronti di 10 persone (6 in carcere e 4 agli arresti domiciliari); una misura interdittiva nei confronti di 17 indagati (tra cui i messinesi Rosa D’Amico di Merì, Carmine Costantino di Terme Vigliatore e Gabriele Natale Costantino di Barcellona Pozzo di Gotto), prescrivendo il divieto di esercitare l’attività d’impresa, nonché il ruolo di rivestire uffici e funzioni direttive o amministrative presso società di persone o di capitali, anche per interposta persona, per la durata di un anno; il sequestro preventivo di somme di denaro nella titolarità di 17 società di capitali e di 25 indagati e delle disponibilità finanziarie e patrimoniali (beni immobili e mobili) di questi ultimi fino a concorrenza del valore complessivo di oltre 30 milioni di euro, corrispondente all’imposta evasa ai fini dell’Iva.

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