Rita Capriti, giornalista radiofonica cinquantenne originaria di Mirto, è finalmente libera. Arrestata il 2 agosto scorso in Venezuela, la donna era stata trattenuta per quasi cinque mesi a seguito delle controverse elezioni estive che hanno scosso il Paese sudamericano. La notizia della sua liberazione è stata diffusa dal noto quotidiano venezuelano “La Patilla”, che ha ripreso un tweet di Henrique Capriles Radonski, uno dei principali oppositori del presidente Nicolas Maduro.
Nel tweet, Capriles ha dichiarato: “Veniamo informati della liberazione della nostra amata Rita Capriti, detenuta da quasi 5 mesi per motivi politici. Una donna come Rita, funzionaria pubblica, assistente sociale e profondamente impegnata nella causa democratica, non avrebbe mai dovuto essere incarcerata!”. Parole che riflettono l’indignazione per una detenzione ritenuta arbitraria e simbolo delle difficoltà che attraversa la società venezuelana in materia di diritti civili e politici.
Rita Capriti, nota per il suo impegno sociale e per il suo contributo alla diffusione di notizie attraverso i canali radiofonici, era divenuta un punto di riferimento per la comunità locale. La sua detenzione aveva suscitato preoccupazione non solo tra i familiari e i colleghi, ma anche in ambito internazionale.
A interessarsi della vicenda era stata, tra gli altri, Bernardette Grasso, deputata regionale all’Assemblea Regionale Siciliana (Ars) e sindaca di Capri Leone. Grasso aveva sollecitato le autorità italiane e internazionali a fare pressione sul governo venezuelano per il rilascio della giornalista, sottolineando l’importanza di difendere i diritti fondamentali dei cittadini.
La liberazione di Rita Capriti rappresenta una vittoria significativa per la democrazia e per i diritti umani. Mentre l’Italia è in attesa di un’altra liberazione, quella della giornalista Cecilia Sala, arrestata in Iran mentre svolgeva il suo lavoro, nel solco dell’impegno per i diritti delle donne, che proseguono la lotta contro il regime di Teheran.