Il Conclave e il Cardinale Montenegro: un messinese tra i protagonisti della scelta del nuovo Papa

“Extra omnes”: il Conclave, l’evento che decide il futuro della Chiesa cattolica, si è appena aperto. E tra i cardinali presenti c’è anche il messinese Francesco Montenegro. Particolarmente emozionato, tanto da far appannare gli occhiali, lo abbiamo visto pronunciare il giuramento sul Vangelo, mentre nella Cappella Sistina sfilavano i rappresentanti della Chiesa mondiale.

Il cardinale Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento e amministratore apostolico di Piana degli Albanesi, ha un legame profondo con la sua terra natale, Messina. La sua vocazione e il suo percorso pastorale sono stati influenzati da un forte senso di responsabilità verso i più deboli e gli emarginati, valori che ha portato avanti anche nel suo ruolo di leader spirituale.

In un’intervista a La Stampa, poco prima di entrare in clausura per il Conclave, Montenegro ha condiviso le sue emozioni e le sue speranze. Ha parlato di una grande responsabilità, di un senso di dovere che lo spinge a chiedere guida allo Spirito Santo, e di come il mondo abbia bisogno di una Chiesa unita, capace di continuare sulla strada delle riforme avviate da Papa Francesco.

Il cardinale ha sottolineato l’importanza di mantenere il focus sui poveri, che Francesco ha messo al centro del magistero. Per Montenegro, il prossimo Papa dovrà essere un uomo radicato nella fede, capace di ascoltare e di parlare alle coscienze, un pastore che costruisca ponti e non muri, e che si impegni per la pace e la cura dell’ambiente.

Il suo legame con Messina si riflette anche nel suo impegno quotidiano: un esempio di come la fede possa tradursi in azioni concrete di solidarietà e attenzione alle periferie esistenziali. La sua presenza nel Conclave rappresenta quindi non solo un momento di grande responsabilità, ma anche un segno di speranza per una Chiesa che guarda al futuro con occhi aperti e cuore aperto.

In questo tempo di attesa, per i siciliani che lo hanno conosciuto, il cardinale Montenegro è segno di speranza, ma anche di orgoglio: poter contribuire, con umiltà e determinazione, alla scelta del nuovo leader spirituale che guiderà la Chiesa nei tempi a venire è un dono. E molti in cuor loro sperano in un miracolo, aspettando la fumata bianca.

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