Capizzi: dopo l’omicidio di Giuseppe Di Dio, nuovi dettagli sull’indagine e sugli sviluppi giudiziari

Dopo il tragico omicidio di Giuseppe Di Dio, il sedicenne ucciso sabato sera davanti a un bar di Capizzi, la vicenda ha avuto sviluppi giudiziari e investigativi decisivi. I tre fermati, padre e due figli della famiglia Frasconà Filaro, sono ora a disposizione della Procura di Enna che coordina l’inchiesta con le ipotesi di omicidio volontario, tentato omicidio, detenzione abusiva di arma clandestina e ricettazione. L’udienza di convalida davanti al Gip è stata fissata per mercoledì.

Le indagini, condotte dai Carabinieri di Mistretta, hanno raccolto elementi importanti a partire dalla pistola con matricola abrasa trovata e sequestrata, compatibile con quella usata nella sparatoria. Le immagini di videosorveglianza, le testimonianze e l’analisi balistica si concentrano sul presunto killer Giacomo, 20 anni, che secondo gli investigatori ha materialmente sparato i colpi, mentre padre e fratello sarebbero stati coinvolti in attività di supporto logistico.

Confermata l’ipotesi che Giuseppe non fosse il bersaglio reale dell’agguato, bensì vittima di un tragico errore di persona legato a dissidi personali tra gruppi giovanili. Un altro giovane di 22 anni è rimasto ferito in modo non grave. La comunità di Capizzi resta scossa e chiede maggiore sicurezza, mentre la magistratura procede per assicurare giustizia e chiarire ogni dettaglio della dinamica.

Nel frattempo, la madre del giovane killer ha espresso pubblicamente dolore e chiesto scusa, difendendo comunque il marito, in una vicenda che continua a scuotere profondamente il piccolo centro dei Nebrodi. L’attesa è ora tutta per l’esito dell’udienza e per le prossime mosse della Procura.

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