A Giarre avvocati e giornalisti a braccetto

Oltre 200 partecipanti, tra giornalisti ed avvocati, al convegno tenutosi sabato mattina nella Sala Romeo del Palazzo delle Culture di Giarre, organizzato dall’Associazione Giarrese Avvocati in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e l’associazione “La Voce dell’Ionio” di Acireale.
Moderato dal presidente AGA Giuseppe Fiumanò, il convegno è stato introdotto dall’Avvocato Mario Vitale il quale ha esordito annunciando ufficialmente il proprio ritiro da dirigente dell’AGA, dopo vent’anni di continua rielezione, ed ha ringraziato i colleghi per la fiducia a l’affetto dimostratigli continuativamente.
Il Segretario uscente ha parlato della sovrapposizione dei processi nelle aule giudiziarie con quelli in televisione, sottolineando come spesso molti giudizi possano essere condizionati.
L’avvocato Giuseppe Musumeci ha affrontato in maniera più tecnica la questione dell’equilibrio tra diritto di cronaca e diritto alla riservatezza e soprattutto la possibilità ed i divieti di pubblicare contenuti e documenti durante indagini e processi in corso, citando gli articoli del codice di procedura penale e della deontologia sia forense che giornalistica.
Sull’importanza del rispetto della dignità della persona, contro la spettacolarizzazione e per la buona informazione l’intervento di Don Paolo Buttiglieri, assistente regionale dell’UCSI, che ha concluso un incontro seguito con attenzione e coinvolgimento dei presenti.
Il cronista ha fatto la sua parte, invitando i relatori a star con i piedi per terra. Perché le notizie vengono pubblicate perché spesso si ha voglia di notorietà e una comparsata tv può far lievitare gli incarichi professionali. Tipo la vicenda di Veronica e il piccolo Loris.
Ma già con Sarah Scazzi si erano notate le incongruenze sul gettone offerto ai difensori. Ma è stato fatto notare che nel passato- con una sola rete tv- era pure peggio con i casi Fort, Montesi ,Bebawi, i frati di Mazzarino processati a Messina. Tra i presenti anche un Got in forza a Messina e una giudice che è pure pubblicista. (@G. Pensavalli)

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