TEATRO VITTORIO EMANUELE: IN SCENA I PRECARI, “TUTTI I LAVORATORI FUORI RUOLO”

 

Improvviso si apre il sipario su una scena mai rappresentata al Teatro Vittorio Emanuele : sindacati in subbuglio, lavoratori stabilizzati e precari, che non accettano più l’estenuante protrarsi dell’inqualificabile indifferenza ed indeterminazione nelle questioni continuamente sollevate e mai risolte degli ultimi 15 anni.

Una situazione che era stata affrontata dalle Organizzazioni Sindacali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UIL-COMUNICAZIONE con gli amministratori ed i rappresentanti eletti all’A.R.S. che si sono succeduti nel tempo, compresi quelli odierni, che, secondo le stesse organizzazioni, però  “sono stati spesso sordi ed indifferenti alle reali problematiche gestionali del Teatro di Messina”. 

“Oggi come ieri il Teatro è nel caos totale – si legge in un comunicato –  i dipendenti sono oltremodo esasperati. Ogni lavoratore giornalmente, prima di accedere al proprio posto di lavoro, interloquisce con lo studio del proprio legale. Chi per capire come deve attaccare per difendere i propri diritti, chi per capire come si deve difendere dagli attacchi quotidiani; sia l’uno che l’altro frutto di una gestione approssimativa ed incapace.

L’immagine verso l’esterno è costruita come il massimo della competenza e dell’efficienza possibile, ma non è assolutamente veritiera. Se questo è accaduto fino ad oggi lo si deve solo al senso di responsabilità dei dipendenti di questo teatro. 
Tutti i lavoratori sono fuori ruolo, non c’è alcuna traccia di legalità contrattuale nella gestione del personale. Sembra il feudo personale di chi riesce ad avere più ascendente, piegando al proprio bisogno gli strumenti normativi e contrattuali che regolano il vivere civile ed ignorando tutto ciò che i “miopi” considerano non conveniente.

Le previste Relazioni Sindacali sono sostanzialmente eluse da questa Dirigenza; è in atto il tentativo di estromettere le OO.SS. dalle normali attività che il CCNL prevede e regolamenta.
Il motivo è da ricercare nella cecità dei signori che gestiscono la cosa pubblica “teatro”; gli interlocutori devono essere addomesticati alle opportunità del feudatario di turno, che non è lecito contraddire. 
Tutto questo stato di cose è vestito malamente con riferimenti ideali e valoriali di amore per la cultura e per il territorio.
Nulla è vero di tutto ciò se non lo sfruttamento del lavoro e della dignità oltre alla reale l’assenza di capacità progettuale. Si compra e si vende il confezionato. Si importa il prodotto esterno senza dare spazio progettuale al territorio, almeno che non si sia “amici degli amici”. 
I lavoratori del Teatro – conclude il comunicato – oggi passano dalla rivendicazione alla lotta per il proprio diritto. 
LA STAGIONE IN CORSO SARA’ IL TERRENO DI BATTAGLIA ! ! !
In tutti questi anni, sempre ed in ogni circostanza, i lavoratori sono stati consapevoli e responsabili scegliendo di non creare disagi ai cittadini che fruiscono di quei residui di attività culturali che possono essere realizzati a Messina. Ma oggi non è più possibile”.

 

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