MARIO CIACCIA: QUEL VICEMINISTRO BANCHIERE DEL PONTE

 

“Penso che il Ponte sullo Stretto di Messina possa essere un ulteriore incubatore di sviluppo e di crescita per un’area di importanza strategica per tutto il paese”. A pronunciare queste parole, il 20 ottobre 2009, era Mario Ciaccia, amministratore delegato di BIIS – Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo (gruppo Intesa Sanpaolo), neo-vicesuperministro dell’Economia, delle infrastrutture e dei trasporti, accanto al collega Corrado Passera, “ex” consigliere delegato di Intesa Sanpaolo.

Amore di lunga data quello per il padre di tutte le grandi opere. Da anni ormai, il viceministro celebra la sostenibilità del progetto. Da presidente di ARCUS, Mario Ciaccia aveva programmato nel 2004 lo studio di “possibili connessioni e collegamenti per far divenire il Ponte di Messina un’opportunità di sviluppo per il turismo e per i beni culturali della Sicilia e della Calabria”. Musei, parchi archeologici e “percorsi culturali e paesaggistici”, affiancati a centri di accoglienza turisti, parchi commerciali e alberghi, ristoranti e negozi, alcuni dei quali “issati sulle due torri alte 382 metri ai lati della campata” del Ponte.

Da dirigente BIIS, Ciaccia ha fatto sì che la banca divenisse il polmone finanziario dei Signori del Ponte. Ha prima rilasciato la garanzia fideiussoria per la partecipazione alla gara d’appalto alla vincente Eurolink, poi ha fatto sapere di essere pronta a intervenire direttamente nel finanziamento dei lavori. Non solo Ponte, però. La banca ha infatti finanziato progetti in Italia ed all’estero dal valore complessivo di oltre 30 miliardi di euro: la realizzazione della terza corsia del Grande Raccordo Anulare di Roma; il secondo lotto della Salerno-Reggio Calabria; il Passante di Mestre; la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Milano-Napoli; le autostrade Brescia-Bergamo-Milano e le Tangenziali esterne di Milano.   

BIIS ha pure sottoscritto crediti per un miliardo di euro a favore delle imprese impegnate nei lavori della nuova Fiera di Milano ed è arranger di alcuni dei più discutibili programmi destinati alla Sicilia, come il “miglioramento dell’adozione idrica” di Siciliacque Spa e la realizzazione dei termovalorizzatori da parte di un pool d’imprese a guida Falck e Sicil Power.

Mario Ciaccia ha una fiducia smodata sul potere taumaturgico dell’investimento di risorse pubbliche a favore delle grandi opere consacrate dalla legge Obiettivo. Lo scorso anno,l’ha sparata più grossa del Berlusca: “Investendo 50 miliardi di euro l’anno così da coprire un fabbisogno infrastrutturale di 250 miliardi, si potrebbero ipotizzare nell’arco di un quinquennio circa 3,5 milioni di nuovi posti di lavoro”. Tre volte e mezzo in più degli occupati promessi dal leader massimo del Pdl, magari attingendo da manovre finanziarie tutte lacrime e sangue. La prima dell’era Monti-Passera-Ciaccia è già stata aprrovata. Per le altre si dovrà attendere che passi Natale. (ANTONIO MAZZEO, autore de “I PADRINI DEL PONTE, affari di mafia sullo Stretto di Messina”, edizioni Alegre)

 

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