OPERAZIONE GRAMIGNA: LA MAFIA EMERGENTE NEL MIRINO DEGLI INQUIRENTI, 48 GLI INDAGATI

 

I sostituti procuratori della Dda di Messina Angelo Cavallo e Fabrizio Monaco hanno chiuso le indagini per 48 persone indagate nell’operazione Gramigna, con l’accusa di reati associativi per mafia, traffico di droga, estorsione, usura, corse clandestine di animali.

Durante l’operazione, effettuata da polizia e carabinieri, erano stati sgominati tre clan cittadini operanti nel rione Giostra, Camaro e Santa Lucia sopra Contesse. Oltre ai nuovi boss – Domenico Arena del rione Giostra, Lorenzo Micalizzi del rione Santa Lucia sopra Contesse e Vincenzo Pergolizzi, del clan di Camaro – tra gli indagati c’é anche il medico veterinario Nino Di Blasi, che, secondo l’accusa, somministrava farmaci dopanti ai cavalli delle corse clandestine.

Nel mirino delle forze dell’ordine i boss emergenti della mafia messinese che nel tempo hanno rimpiazzato i padrini storici, molti rinchiusi in carcere al 41 bis. Mesi e mesi di intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno consentito agli investigatori di far luce sulle nuove leve della criminalità cittadina

Dalle indagini dell’operazione Gramigna sono emersi i legami con la criminalità palermitana, da cui  i messinesi  acquistavano la droga nel napoletano. A gestire il traffico sarebbe stato Davide Puleo.  Secondo l’accusa, sarebbe stato lui a curare i rapporti con Angela Di Marzo, considerata il terminale del traffico di droga, in provincia di Salerno.

Un altro filone seguito dalla Squadra Mobile riguarda un giro di usura, tra il 20 ed il 30% mensile, gestito da Nunzio Venuti.

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