IL DIRETTORE DEL POLICLINICO DENUNCIA “CENTONOVE” PER PROCURATO ALLARME: MAI CHIUSE LE SALE OPERATORIE PER I “BATTERI KILLER”

 

Acque agitate al Policlinico Universitario, al centro di una inchiesta giornalistica del settimanale Centonove che ha dedicato la copertina dell’ultima edizione (del 10 febbraio) ad una notizia che sarebbe “smentita” dal direttore generale Giuseppe Pecoraro che ha annunciato di depositare in Procura una denuncia nei confronti del giornale per procurato allarme.

Riassumiamo la vicenda.  Secondo quanto pubblicato dal settimanale, i carabinieri del Nas (il nucleo anti sofisticazione) avrebbero imposto la chiusura delle sale operatorie, a causa della presenza di acqua inquinata.

Ecco l’incipit dell’articolo firmato da Michele Schinella: “ Le mani? I chirurghi prima di prendere in mano i bisturi e le pinze se li “disinfettano” con l’acqua inquinata da uno dei batteri causa delle letali infezioni ospedaliere: lo pseudomonas aeruginosa.

Non è la sintesi di un racconto di fantascienza. E’ accaduto al Policlinico Universitario di Messina, uno degli ospedali più grandi di tutta la Sicilia in cui ogni giorno muoiono 2,6 persone, sino a lunedì 6 febbraio del 2012 quando il direttore sanitario, Manlio Magistri, è stato costretto in tutta fretta a disporre l’interruzione

dell’attività chirurgia in elezione e d’urgenza, dirottata sugli altri nosocomi della provincia. Nell’azienda universitaria, dove nel luglio scorso un paziente ricoverato nel reparto di Rianimazione (asettico, in teoria, per definizione) è stato trovato dai familiari con le larve di mosca nelle narici, l’allarme è scattato nel primo pomeriggio del primo giorno della settimana. Dal colore sembrava sangue. Quella che usciva dalle tubature dei vari reparti del padiglione “E”, in cui tra gli altri è ubicato il reparto di Neurochirurgia diretto dal rettore dell’ateneo Franco Tomasello, era però acqua sporca, colore marrone vivo.”

Il Policlinico risponde alla denuncia giornalistica con due comunicati, inviati dall’ufficio stampa a distanza di un’ora l’uno dall’altro.  Nel primo si chiarisce che “ il monitoraggio delle acque all’interno dell’AOU “G. Martino” è una regolare attività posta sotto osservazione con frequenza da parte dell’Azienda che assume provvedimenti cautelativi alla luce di prelievi effettuati periodicamente da parte dell’ UOC di igiene ospedaliera.

L’azienda  utilizza filtri antibatterici, con certificazioni apposite; filtri che vengono sostituiti nel rispetto della tempistica prevista dai produttori, attività eseguita sempre per garantire i livelli di sicurezza.

Lunedì 6 febbraio è stato effettuato un controllo delle acque – all’interno dell’ospedale – da parte del dipartimento di prevenzione dell’Asp, su richiesta del Nas.

I dati ufficiali comunicati dal dipartimento di prevenzione all’Azienda hanno rilevato nelle utenze terminali una non conformità in relazione a un superamento dei limiti della quantità di ferro al padiglione E ed una contaminazione su un rubinetto del padiglione delle chirurgie”.

Successivamente l’altro comunicato annuncia che “Riprendono regolarmente le attività assistenziali del  policlinico “G. Martino”  dopo i controlli eseguiti sulle acque. In riferimento a quanto comunicato nella precedente nota, si precisa che i risultati appena pervenuti – sulla base dei controlli eseguiti in questi giorni e comparati rispetto a quelli effettuati il 6 febbraio dal dipartimento di prevenzione dell’Asp –  hanno rilevato l’efficacia dei provvedimenti messi in atto: sono rientrati nella norma i valori di ferro presso il padiglione E e il dato sulla presenza di contaminazione al padiglione F.  Il monitoraggio resta comunque una regolare attività posta sotto osservazione con frequenza da parte dell’Azienda che assume provvedimenti cautelativi alla luce di prelievi effettuati periodicamente da parte dell’ UOC di igiene ospedaliera.”

In sostanza, quindi, il “pericolo” di inquinamento, rilevato dai Nas, esisteva.

Ma al direttore l’articolo di Centonove non è andato giù, dal momento che, nonostante la richiesta di controlli sulle acque, i Nas non avrebbero disposto alcuna chiusura. Si legge infatti nel comunicato del Policlinico: “Si precisa ulteriormente che il Nas non aveva disposto alcuna chiusura delle sale operatorie: informazione, quest’ultima, diffusa in modo errato da un organo di stampa. A tal proposito il direttore generale, dott. Giuseppe Pecoraro, ha ribadito che lunedì l’azienda depositerà in procura una denuncia nei confronti del settimanale“Centonove” per procurato allarme. “La sicurezza dei pazienti – ha sottolineato – è stata sempre posta in primo piano”.  Nelle fasi che hanno preceduto gli  esiti dei controlli infatti – a scopo cautelativo in autotutela – la direzione sanitaria aveva provveduto a sospendere i ricoveri in elezione garantendo comunque l’emergenza e la continuità assistenziale ai pazienti degenti. In questa fase era stato anche disposto che i chirurghi utilizzassero per il lavaggio delle mani sacche di acqua sterile secondo farmacopea ufficiale. Alla luce dei riscontri avuti l’AOU ha, dunque, disposto di riprendere tutte le attività in piena sicurezza per pazienti e operatori”.

(nella foto un particolare della copertina del settimanale visibile al link http://www.centonove.it/img/1_large.jpg

 

 

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