EPIFANI A MESSINA: “NECESSARIE RIFORME PER USCIRE DALLA CRISI”

 

“Riforma elettorale, riforma politica e riforma dei partiti”, sono queste, secondo Guglielmo Epifani, le tre questioni principali di cui si deve occupare l’Italia per uscire dalla crisi. L’ex segretario generale della CGIL ne ha parlato oggi in un dibattito intitolato “Crisi della rappresentanza politica e sindacale”, svoltosi nell’aula 3 della Facoltà di Giurisprudenza di Messina, con la presenza, oltre di Epifani, anche di Lillo Oceano, segretario genrale della CGIL Messina, il professor Antonio Saitta, il senatore dell’UDC Gianpiero D’Alia, e con la moderazione del professor Antonio Siracusano.

“Basta parlare dell’Art.18, ci sono cose più importanti”, continua Epifani, “ad esempio le ore di straordinario in Italia costano meno delle ore ordinarie, al contrario del resto d’Europa, ma nessuno ne parla.”

Altri problemi urgenti che riguardano il mondo del lavoro in Italia, secondo l’ex segretario, sono quelli della “flessibilità”, suddivisa in “buona” e “cattiva”. In gran parte d’Europa vige la prima delle due, la quale riguarda le tipologie d’avviamento al lavoro che prevedono contratti di apprendistato. La cattiva flessibilità, invece, riguarda il precariato. Anche questo contribuisce alla “crescita zero” dell’Italia, che negli ultimi 10 anni “non produce nuovo reddito. Andiamo male perché il sistema produttivo non sposa le innovazioni.” Impressionanti i dati forniti da Epifani riguardo al modo diverso di Italia e Germania di affrontare la crisi: “La Germania ha perso 200mila posti di lavoro, mentre l’Italia, che ha meno lavoratori, ne ha persi addirittura 750mila.”

Altro tema importante di cui si è occupato Guglielmo Epifani durante il suo intervento è quello sul ruolo dei partiti nella democrazia: “la fiducia nei partiti è ai minimi storici. E’ necessaria una riforma sia al sistema elettorale che ai partiti politici. Bisogna eliminare i partiti personali, i quali sono antidemocratici.”

E’ comunque importante, dice Epifani, salvare il bipolarismo, poiché senza di esso morirebbe la democrazia. 

Antonio Saitta, docende di diritto costituzionale e pubblico, durante il suo intervento si dichiara angosciato per i giovani, per l’incapacità della politica italiana di trovare una via per la crescita, per la speranza e per lo sviluppo economico. “Bisogna dare una rappresentanza”, afferma Saitta, “ai giovani, per consentire a loro di portare avanti valori importanti.”

Preoccupato invece per il futuro dei sindacati è Lillo Oceano, segretario della CGIL Messina. “Il rulo del sindacato da fastidio, e credo che qualcuno lo voglia eliminare”, afferma Ocena, che sprona i giovani, i quali “devono individuare nelle istituzioni il luogo dove si rivolvono i conflitti”.  Il senatore D’Alia invece durante il suo intervento si definisce come “finto bipolare” il sistema politico attuale: “chi vince le elezioni ha sempre ragione, mentre dal 1994 ad oggi, le minoranze politiche non hanno toccato palla”.

In conclusione del dibattito, Guglielmo Epifani, non può che constatare l’invecchiamento progressivo del sud: “nel Mezzogiorno il calo di natalità è giunto a livelli estremi. Se poi teniamo conto degli 80mila giovani che annualmente abbandonano il sud, possiamo tranquillamente affermarne l’invecchiamento”. (SIMONE INTELISANO)

 

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