SONIA ALFANO (IDV) ATTACCA LA PROCURA DI MESSINA: “TRATTATO COI GUANTI IL BOSS CATTAFI”

 

“Ancora una volta la Procura di Messina riserva i modi più ‘gentili’ ai vertici della mafia barcellonese. Non si spiega in altro modo quanto propagandato stamattina dalla Gazzetta del Sud, con la firma di Nuccio Anselmo, fin dal richiamo in prima pagina: ‘L’avvocato Cattafi interrogato dai militari del Ros per tre ore – Barcellona – E’ indagato per mafia’.  (QUI IL LINK ALL’ARTICOLO POSTATO SU EDG.COM)

‘L’avvocato’ è il pluripregiudicato Rosario Pio Cattafi, capo supremo della mafia barcellonese, già destinatario di misura di prevenzione personale e al momento sottoposto a sequestro di beni per la sua pericolosità sociale. Secondo il quotidiano messinese l’interrogatorio svoltosi ieri su delega della D.d.a. di Messina è l’ennesimo ‘incontro’ fra Cattafi e il R.o.s. di Messina.

In tutti gli altri distretti giudiziari d’Italia gli indagati per mafia vengono arrestati e solo dopo interrogati. Per Cattafi, invece, l’ufficio diretto da Guido Lo Forte ha utilizzato l’inedita procedura, come a voler riconoscere a Cattafi una sorta di riguardo istituzionale. Mi chiedo quale sia la ragione, salvo dover pensare che Cattafi si sia pentito e stia vuotando il sacco, e che quindi a breve ci saranno gli arresti di due magistrati, di esponenti dei servizi segreti e di altri rappresentanti istituzionali”.

E’ quanto afferma, in una nota, l’eurodeputata di IdV Sonia Alfano, figlia del giornalista Beppe assassinato a Barcellona Pozzo di Gotto l’8 gennaio del 1993, commentando la notizia rivelata dal quotidiano messinese secondo cui Rosario Pio Cattafi, indicato quale “vertice assoluto” della mafia barcellonese da diversi collaboratori di giustizia di tutta Italia, sarebbe stato di recente sentito più volte dai Carabinieri del Ros nell’ambito dell’inchiesta che lo vede indagato per associazione mafiosa.

“Si rimane sconcertati – ha concluso l’on. Alfano – ad apprendere che la Procura di Messina ha delegato l’interrogatorio del pericolosissimo boss, legato a doppio filo al capomafia catanese Benedetto Santapaola e ai servizi segreti, a quello stesso R.o.s. che subito dopo l’assassinio di mio padre protesse la latitanza di Santapaola nel barcellonese. Non rimane altro da dire che da oggi ogni ulteriore giorno di libertà del capomafia barcellonese Cattafi è da ascrivere all’omissione o al ritardo della Procura guidata dal dr. Lo Forte”.

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