TERZA UDIENZA DEL PROCESSO AL PROCURATORE CASSATA: TESTIMONI ASSENTI

 

Le cronache delle prime udienze del processo a carico del Procuratore Generale di Messina, Franco Cassata, danno l’idea del clima in cui si sta svolgendo uno dei casi più emblematici nella storia dell’amministrazione della giustizia. Ricordiamo, infatti, che il Procuratore Cassata è imputato innanzi al Giudice di pace di Reggio Calabria per diffamazione aggravata dai motivi abietti di vendetta in danno di Adolfo Parmaliana, commessa con l’invio allo scrittore Alfio Caruso, al senatore Giuseppe Lumia, al sindaco di Terme Vigliatore e allo stesso Procuratore generale di un dossier anonimo.

La notizia, malgrado l’importanza che riveste, visto il coinvolgimento di un alto magistrato ancora in attività, non ha trovato grandi riscontri nella stampa cittadina, tantomeno negli organi di informazione nazionali che spesso utilizzano agenzie che sono appannaggio degli stessi giornalisti messinesi che gravitano nelle testate locali più importanti.

L’unico a squarciare il silenzio in merito al processo è l’avvocato Fabio Repici, che assiste la famiglia Parmaliana, di cui riportiamo la cronaca dell’udienza che ha scritto in un documento pubblicato da Antimafia2000 che di seguito riportiamo:

“Per la terza volta, non si è fatto quasi niente. Dovevano essere esaminati due testimoni: per l’esattezza due militari dell’Arma, il tenente Ferraro e il luogotenente Musarra. Il primo già nei giorni scorsi aveva comunicato al P.m. la sua impossibilità a presenziare; il secondo, invece, in servizio a Patti oggi come al tempo del suicidio di Adolfo Parmaliana come quindici anni fa, solo stamattina ha fatto sapere al Giudice di non poter comparire perché bloccato dall’odierno sciopero dei trasporti pubblici locali: evidentemente i carabinieri a Patti sono sprovvisti di auto. Coincidenza fortunata, quest’ultima, per i difensori di Cassata, che giusto oggi non erano comparsi e si erano fatti rappresentare da un sostituto processuale.
L’udienza di oggi, allora, è stata solo l’occasione per salutare il Giudice, Antonino Scordo, che la prossima settimana lascerà le funzioni per raggiunti limiti di età. E per me, ora, di supplire ancora al silenzio della cosiddetta stampa democratica, ancora muta di fronte all’unico processo d’Italia a un Procuratore generale, per un reato infamante come la diffamazione compiuta con un dossier anonimo e al fine di ostacolare la pubblicazione del libro “Io che da morto vi parlo”,biografia di Adolfo Parmaliana scritta da Alfio Caruso. La prossima udienza si terrà il 29 marzo di fronte a un nuovo Giudice, ancora ignoto, per l’esame dei testimoni oggi (ieri per chi legge) assenti”.

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