UNA “SCOSSA” AL CINEMA IRIS: IL TERREMOTO DEL 1908 SI FA IN QUATTRO

 

E’ singolare come il terribile terremoto che più di 100 anni fa distrusse Messina, sia talmente impresso nel DNA dei messinesi da risultare quasi invisibile. Eppure il terremoto ha segnato talmente in profondità questa città che se ne vedono i segni ancora oggi: l’architettura stessa della città, le strade larghe, gli edifici bassi, è figlia della ricostruzione post-terremoto. Nonostante questo c’è una sorta di rassegnazione nel popolo messinese, una specie di malattia mnemonica che fa in modo che in questa città si accetti tutto in maniera molto passiva (rassegnazione che sembra essere anch’essa figlia del terremoto); non si spiegherebbe altrimenti la passività con cui i miei concittadini accettino qualunque cosa, dalle cose più bizzarre a quelle più insensate (nessuna persona sana di mente al mondo permetterebbe  lo scempio urbanistico che viene attuato da anni a Messina, né starebbe zitto vedendo fiorire senza nessun motivo apparente palazzi costruiti letteralmente sulla sabbia).

Erano le 5 passate e la popolazione era immersa nel sonno quel 28 dicembre 1908. Improvvisamente un boato, 39 secondi di inferno, due città distrutte. Così iniziò uno dei più disastrosi eventi del ventesimo secolo, che costò la vita a oltre 140mila persone. Quella notte si morì soffocati dalle macerie; morirono anche quei sopravvissuti, che ancora intontiti dal sonno e semisvestiti cercarono riparo sulla spiaggia, pensando che lo spazio aperto li avrebbe tenuti al sicuro. Poco dopo il terremoto infatti,  un violento tsunami spazzò via dalla costa cose e persone, aggravando la conta dei morti.

Alla luce di tutto questo l’operazione Scossa appare necessaria e coraggiosa. Necessaria per l’intento di restituire a questa generazione un’istantanea della tragedia e contribuire a quella memoria storica che oggi Messina sembra aver perso e di cui ha un disperato bisogno; coraggiosa perché a fronte di un evento così grande, i 4 registi del film si sono volutamente discostati da un’idea di kolossal o di opera omnicomprensiva, ma hanno preferito accostarsi al terremoto, partendo dalla verità storica che ci è stata tramandata (quindi documenti, lettere, testimonianze) e raccontando 4 episodi all’apparenza piccoli, ma che racchiudono la disperazione e il dolore in maniera universale.

I 4 ‘ragazzi’ del cinema italiano che si sono imbarcati in questa operazione sono: Carlo Lizzani, Ugo Gregoretti, Francesco Masellie Nino Russo.

Mentre ad interpretare Scossa, tra gli altri: Lucia Sardo, Gioacchino Cappelli, Paolo Briguglia, Massimo Ranieri, Amanda Sandrelli, Gianfranco Quero.

Scossa si snoda su 4 cortometraggi su cui ognuno dei registi ha lavorato in maniera indipendente dando la propria personale interpretazione al tema.

Lizzani, che ha girato l’episodio Speranza, ci racconta gli ultimi momenti di una donna intrappolata sotto le macerie che pur conscia del poco che le resta da vivere, riesce a trovare un motivo di speranza nonostante la distruzione che la circonda.

Gregorettifirma il più intellettuale degli episodi, Lungo Le Rive Della Morte; un drammatico pellegrinaggio tra le macerie che un giornalista di ieri ed un giornalista di oggi percorrono in un parallelismo che ci ricorda come passato, presente e futuro sono legati da un filo invisibile ma alle volte molto potente.

Citto Masellinel suo Sciacalli, interpretato da un intensissimo Massimo Ranieri, ci racconta invece di come la difficoltà di capirsi tra i soccorritori russi, che furono tra i più attivi a portare i soccorsi, e i siciliani, abbia avuto,alle volte delle conseguenza tragiche.

Il più attuale degli episodi è invece firmato Nino Russo che nel suo Sembra Un Secolo interpretato da uno straordinario Gianfranco Quero,  ci racconta quello che accade dopo ogni tragedia del genere: promesse di veloce ricostruzione, nella maggior parte dei casi disattese. E noi, purtroppo, lo sappiamo bene, se pensiamo alle recenti alluvioni.

Da Venerdì 16 marzo il film sarà proiettato all’Iris. Per orari e info vi rimandiamo al sito del cinema. (UMBERTO PARLAGRECO)

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