GUIDA ALLO SPETTATORE: BON TON A TEATRO, MA ANCHE DIRITTI E DOVERI IMPRESCINDIBILI

 

Esistono delle regole, scritte e non, per lo spettatore teatrale, che sentiamo, io e gli altri elementi della redazione, di dover rispolverare o esprimere a chiare parole, dato che oramai si passa dall’eccessivo snobismo alla sciatteria mentale e comportamentale più assoluta quando ci si appresta a varcare la soglia del teatro. Forse il cinema ha creato un’abitudine sbagliata, forse i prezzi del teatro sono meno popolari, così va a finire che a teatro ci va solo chi può e quando può. Fatto sta che alcune cose vanno riviste e corrette.

In questo link ci sono le regole basilari del bon ton teatrale: http://www.itisfocaccia.net/percorsi_musicali/regole_di_bon_ton.htm

Qui sotto invece qualche linea guida su comportamenti ormai abbandonati da un pezzo, oppure basati sul buon senso. Regole generali che, in giro per il mondo la gente applica, rompendo un po’ il clima omertoso e reticente che l’ambiente teatrale italiano sembra invece voler mantenere ben radicato.

LO SPETTATORE HA IL DIRITTO DI:

–          Non farsi piacere lo spettacolo.

–          E se non gli è piaciuto lo può comunicare in giro, agli amici, ai colleghi dell’ufficio o alla mamma senza che questi lo mettano alla gogna.

–          Può, sempre nel caso che la rappresentazione non sia stata di suo gusto, accennare un applauso per poi smettere subito. Svegliarsi giusto in tempo per i saluti finali e dissimulare la noia spellandosi le mani per un quarto d’ora non è necessario e tantomeno proficuo.

–          Ridere senza dover abbassare la voce. Se la scena è comica agli attori non può che fare piacere sentire ridere di gusto. Il teatro è sinergia tra il pubblico e l’attore.

–          Non farsi influenzare dai premi vinti da questo o quell’attore, né delle critiche favorevoli o meno su di un certo spettacolo.

–          Andare a teatro, quando ovviamente è consentito, senza la pelliccia, ori per un peso complessivo di dieci chili, e senza snaturarsi nello stile dell’abbigliamento non è reato perseguibile dall’ FBI. Vestirsi in modo decoroso senza imborghesirsi forzatamente si può. Fanno eccezione alcuni grandi teatri che prevedono l’abito da sera.

–          Non deve per forza conoscere , o far finta di conoscere, i giornalisti, i registi, le compagnie teatrali locali, le celebrità del quartiere e via dicendo che popolano il foyer prima dell’inizio o durante l’intervallo.

–          Se uno spettacolo ha gravi pecche tecniche, come voci che non si sentono, sbagli visibili da parte degli attori, insomma, se lo spettacolo non possiede i requisiti basilari di una certa professionalità, lo spettatore può non accennare nemmeno l’applauso ed è tenuto a sentirsi offeso. E se la messa in scena è ridicola a tal punto da divenire tragicomica può riderne.

LO SPETTATORE HA INVECE IL DOVERE DI:

–          Spegnere il cellulare. Non mettere il silenzioso e armeggiarci durante lo spettacolo infastidendo con la luce e rischiando, nei teatri piccoli o negli spazi alternativi, di creare conflitto con apparecchi come microfoni, casse ecc.

–          NON CHIACCHIERARE. Specialmente se l’acustica dello spazio non è buona e/o se si parla di cose che non c’entrano nulla, come l’ultima operazione all’anca della nonna.

–          Non mangiare. Non è un cinema, non è un bar con musica dal vivo, non è una serata tra amici.

–          Se una battuta fa ridere NON COMMENTARE o, peggio, non spiegarla al proprio accompagnatore/accompagnatrice. Vi sentono anche gli altri e niente guasta il divertimento più di un commento inutile.

–          Non alzare le braccia per sistemarsi i capelli in continuazione, non saltellare sulla poltrona, non dondolare la testa da una parte e dall’altra: chi  è dietro di voi potrebbe non vedere o comunque rompersi le scatole.

–          Quando consentono l’ingresso si deve entrare, senza se e senza ma. Perdere inutilmente tempo nell’accomodarsi è una mancanza di rispetto verso chi si sta per esibire.

–          Non si tossisce. Questa è una regola internazionale e molto precisa. Il colpetto di tosse, al di fuori dei malanni stagionali, quindi si parla di un colpetto svogliato, è sintomo di noia quanto uno sbadiglio. Ci si trattiene più che si può.

–          Ovviamente non si sbadiglia, o quantomeno ci si copre la bocca.

–          Abbigliamento ingombrante come le pellicce o valigette, o borse enormi, dovrebbe essere abolito se l’ampiezza dei posti non lo consente. Non si può vivere accanto a qualcuno che straborda ben oltre la delimitazione del proprio posto.

–          E per ultima cosa, la più importante: lo spettatore dovrebbe perdere un po’ di tempo per vedersi i grandi del teatro come Eimuntas Nekrošius, Peter Brook, James Thierrée, per possere un metro di misura su come sia il teatro vero.

(RE CARLO)

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