OPERAZIONE MUSTRA: 12 RINVII A GIUDIZIO E 2 RITI ABBREVIATI

 

Prosegue il processo contro i 14 imputati dell’operazione “Mustra”. Il Gip di Messina Massimiliano Micali ha accettato innanzitutto le richieste degli avvocati di  Nunziato Siracusa e Vincenzo Sboto (di Terme Vigliatore entrambi) che di conseguenza verranno giudicati a parte  il prossimo 9 novembre dallo stesso Micali. Rinviati invece al 25 ottobre gli altri 12: Salvatore e Vincenzo Campisi, Salvatore Foti, Carmelo Maio, Antonio Vaccaro Notte, Stefano Puliafito, Giovanni Perdichizzi, Antonino Mazzeo, Torre Ionela Anisoaro, Salvatore e Santo Puliafito e Antonino Aliquò.

L’operazione “Mustra” fu il risultato di una intensa indagine operata dai Carabinieri della provincia dietro denuncia di alcune vittime del taglieggiamento (il famoso “pizzo”) condotto dai quattordici imputati la cui giovane età è connessa in parte col nome dell’operazione.

Difatti il primo ad essere arrestato fu  Salvatore Campisi che insieme al fratello Vincenzo aveva, secondo le indagini, creato una rete di estorsioni simile a quella che da poco tempo era stata smantellata sullo stesso territorio tramite altre operazioni.

La ricostruzione di tale associazione era proprio l’obiettivo perseguito, pare, dai sospettati che avrebbero così preparato la basi per un “rifornimento” futuro delle casse della malavita locale, divenendone a propria volta alti rappresentanti. Di qui il termine “Mustra” che veniva usato da uno dei quattordici per indicare proprio il denaro che doveva essergli versato e che gergalmente, in un siciliano tipico del nebroideo, rappresenta il primo segno di frutto dell’olivo che nel mese di aprile si riempie di gemmazioni giallognole dalle quali verranno le olive vere e proprie. Una folta presenza di “mustra” garantisce un raccolto futuro cospicuo e quindi era in questo senso che si intendeva il pizzo applicato ai commercianti barcellonesi: come fonte iniziale d’un patrimonio che sarebbe, tramite altri giri, maturato veramente, anche se innanzitutto veniva impiegato per il sostentamento delle famiglie dei detenuti cui gli imputati sono collegati (i due fratelli Campisi sono figli di Agostino Campisi condannato a 16 anni; Salvatore Foti è figlio di Carmelo Vito Foti, anch’egli già in carcere …) ed al pagamento delle spese legali per i processi già a loro carico . Infine la rete stessa era, nella sua giovane età (dai 30 ai 20 anni, a parte l’uomo considerato “istruttore” , e comunque appena 42enne), una “mustra” in quanto primizia della futura criminalità locale. Pronta la risposta del sindaco Barcellonese che ha fatto sapere che la città si costituirà parte civile contro il gruppo che stava mettendo ancora più in ginocchio l’associazione commercianti barcellonese, già colpita duramente dall’alluvione e forse per questo, per disperazione oltre che coraggio, sempre più decisa a denunciare i propri aguzzini avvalendosi di strumenti come la recentissima associazione antiracket “Liberi Tutti”. 

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