SCIOPERO A FRANZOPOLI: L’ORSA “BRAMISCE” E BLOCCA IL TRAGHETTAMENTO PRIVATO, SOLO UNA NAVE FA LA SPOLA

 

 

Stanno scioperando da stamani nello stretto di Messina i marittimi degli armatori privati aderenti al sindacato Orsa a cui gli armatori del gruppo Caronte hanno dato un out-out: la possibilità di scegliere tra il licenziamento e la diminuzione del 25% del salario in busta paga.  Pare che la decisione sia giunta dopo una flessione dei ricavi, ritenuta insostenibile dagli armatori.

Solo una nave della compagnia di navigazione , la Vestfold, sta navigando per i collegamenti tra la citta” dello Stretto e Villa San Giovanni, ma l’adesione è quasi totale: da Tremestieri non parte nessuna nave e alla rada San Francesco l’attesa stamattina sfiorava le due ore, anche se i tempi si stanno riducendo nel corso del pomeriggio.

La fine dello sciopero è prevista alle 19,30. Ricordiamo che lo scorso 21 settembre, quando il disagio dei lavoratori è stato reso pubblico grazie alla mobilitazione indetta dal sindacato autonomo Fima FastConfsAl, era stato sospeso su richiesta della Questura di Messina per motivi di ordine pubblico, dopo che le lunghe code di che  avevano fatto “spazientire” chi doveva attraversare lo Stretto.

Ma stavolta con i marittimi della società privata si è schierato anche il Comitato dei Pendolari dello Stretto:

 “La nostra città subirà il diktat delle imprese che tendono a massimizzare i profitti a scapito dei lavoratori, avendo in mano il vile ricatto del licenziamento”.

“In un territorio fragile quale è il nostro, non c’è stato il senso civico del bene comune, ma a prevalere sono stati sempre gli smisurati egoismi delle imprese che in una situazione di fatto quasi monopolistico hanno usato lo Stretto come un bene privato, facendo pagare un prezzo per l’attraversamento quasi fra i più cari d’Europa – incalzano i responsabili del comitato, Interdonato, Caia e Ansaldo Patti -. Mentre mai abbiamo assistito da parte dei politicanti di entrambe le due sponde ad una denuncia netta, chiara, contro il malcostume dell’aumento indiscriminato dei prezzi e la variabilità del prezzo”.

“Grazie all’articolo 18 della riforma Fornero si è venuta a creare la schizofrenica realtà del licenziamento per motivi economici – concludono i dirigenti -. Per questo bisogna agire, chiamando la società civile a riflettere sull’addensamento grigio che si prepara e dimostrare vicinanza ai lavoratori facendo capire loro che non si è mai soli quando si lotta per una giusta causa”.

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