RISANAMENTO DI MAREGROSSO: BLANDINA (CONFINDUSTRIA) ALL’EX ASSESSORE ISGRO’ “NESSUN CAMBIO DI ROTTA”

 

Il tema ovviamente del risanamento di Maregrosso appassiona molto meno di qualche giorno fa, alla luce delle indicazioni date dal Commissario Croce sui conti del comune. 

Stia tranquillo l’assessore Isgrò, nessun cambio di rotta da parte di Confindustria. Non rinneghiamo di aver salutato con favore l’avvio di un’operazione di bonifica e risanamento del litorale di Maregrosso.

Non abbiamo però abbandonato l’idea che nella nostra realtà il sistema delle Imprese sia il vero motore dello sviluppo economico e sociale, all’interno di un quadro rigoroso di rispetto delle regole e contro ogni forma di illegalità.

La questione che abbiamo posto e che ribadiamo con forza, senza utilizzare comunque alcuna leva del “ricatto sociale”, è che, completata la preziosa opera di sgombero di ogni attività illegale e la demolizione dei manufatti abusivi, si ha l’obbligo di salvaguardare tutte le attività produttive ed i livelli occupazionali attraverso una corretta e responsabile azione di delocalizzazione. Evitando contenziosi ed evitando di perdere il controllo e la pianificazione dei tempi di intervento.

Potrebbe essere preso ad esempio il lavoro svolto dall’Attività Portuale in occasione dell’avvio delle opere di bonifica nella Zona Falcata del porto di Messina; in quel caso le Aziende hanno avuto preventivamente offerta la possibilità di occupare altre aree, sempre nella Zona Falcata, sempre alle stesse condizioni, e quindi con l’applicazione degli stessi canoni.  Tutto si è svolto in tempi ragionevoli e comunque compatibili con l’azione di risanamento e mantenimento delle attività produttive e dei posti di lavoro. Anzi, a ben guardare, l’unica area che non è stato possibile risanare con un intervento di demolizione liberatoria è quella su cui insiste l’inceneritore (di proprietà del Comune!). 

Nessuna volontà, quindi, d’interrompere il processo di bonifica e riaffermazione delle regole e della legalità.

Sarebbe bastato esprimere un’altra capacità di governo salvaguardando il più alto interesse pubblico e coniugandolo con la tutela delle attività produttive e dei posti di lavoro. 

 

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