CONTROCANTO INSONNE, TRA MITOLOGIA E FEMMINILITA’

 

Controcanto Isonne (Edizioni il “Gabbiano) di Vittoria Arena è un’opera che ha per oggetto il più nobile dei sentimenti: l’amore capace di unire e di dividere. Caratterizzato da tre dialoghi mitologici, due rivisitati e uno completamente inventato dall’autrice, il testo vuole aprire un varco importante tra letteratura e femminilità attraverso una scrittura capace di far emergere la psicologia dei personaggi calati in un’umanità che non necessita di intervento divino.  

Il primo dialogo si svolge tra Medea e Giasone, i due grandi protagonisti della famosa tragedia di Euripide. L’autrice ha voluto mostrare tutta la forza e la potenza della passione di una donna, lacerata nel suo intimo dal tradimento di Giasone, tanto da arrivare a negare la propria maternità attraverso l’infaticidio. Si tratta di una Medea molto più irrazionale di come possa apparire dalla tragedia classica, mostrando anche una fragilità capace di far provare pietà al lettore.

Il secondo capitolo riguarda il dialogo insolito tra Catullo e Lesbia. Qui l’amore rappresenta il contrasto, l’ “odi et amo” del famoso carmen 85, in un amore che è grido di insicurezza e incertezza, che non è capace di trovare la ragione e il senso del distacco.

Il terzo e ultimo dialogo è completamente inventato dall’autrice: si tratta dello scambio di battute tra la maga Telesilla, capace di prevedere attraverso i capperi adulari alla luce della luna, e di Eleo, marinaio, simbolo dell’infinito peregrinare umano, in una disperazione che poi sconfina nella rassegnazione.

Tra coloro che sono intervenuti alla presentazione, il nostro direttore Palmira Mancuso ha voluto mostrare come nel testo sia affrontato l’importante tema di attualità della donna costretta alla sofferenza. «Vittoria Arena mostra l’amore in tutti i suoi aspetti: tragico, incompiuto, desiderato, finito. Catullo esprime l’ossessione e la possessione di un rapporto che non potrà mai avere, e Lesbia rappresenta l’inadeguatezza a tanta sincerità del poeta. Proprio il carmen 85, che culmina nel verbo latino excrucior, così tanto difficile da tradurre, è l’evidente constatazione di come nessuno possa fermare la tragicità dell’accaduto.»

Interessante è stato anche l’intervento dell’architetto Nino Principato, che ha soprattutto interpretato la copertina del testo raffigurante un quadro della stessa autrice. «E’ un’arte che tratta il concetto, di qualcosa che è metafisico. La luna è la rappresentazione della scansione del tempo e il carattere immanente di tale concetto; rappresenta il mondo di Vittoria Arena, come fonte dei segreti, dell’amore, della paura. Nell’autrice risiedono straordinarie capacità creative, dal momento che cammina attraverso diversi percorsi d’arte: passa dalla poesia, alla pittura, al teatro.»

Vittoria Arena, nata a Messina, è vincitrice di numerosi primi premi nazionali. Ha pubblicato sillogi poetiche, è vincitrice del I premio al concorso grafico pittorico “Disegna il logo” delle manifestazioni della facoltà di Scienze MM.FF.NN. di Messina. È presidente dell’associazione culturale “Kafka”. Collabora stabilmente con il giornale di informazione e di cultura “Dicearco”. È inventrice di un flacone ornamentale dalle caratteristiche geometriche a forma di S, da qui il termine del brevetto “Simbiosi”. È titolare del brevetto del flacone rilasciato e depositato presso l’U.I.B.M (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi) di Roma. Come ulteriore forma d’arte si diletta da anni a fare teatro. (CLARISSA COMUNALE)

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