GLENN COOPER: I CUSTODI DELLA BIBLIOTECA

 

Un viaggio nel tempo. Un segreto custodito dentro una biblioteca medievale, in cui sono raccolti settecento mila libri con scritte date di nascita e morte di persone appartenenti ad ogni razza, lingua e cultura del mondo. Una data: 9 Febbraio 2027, finis dierum, la fine dei tempi? Questo è il punto di partenza dell’ultimo libro di Glenn Cooper, I custodi della biblioteca (Casa Editrice Nord), che chiude la trilogia iniziata con i romanzi Biblioteca dei morti e Libro delle anime.

Nella presentazione tenutasi a S. Maria Alemanna, ultima tappa del mini-tour in Italia di Cooper, organizzata dalla libreria Mondadori di Messina e dall’associazione culturale “La Gilda dei Narratori”, il giornalista Francesco Musolino ha dialogato con l’autore attraversando i temi principali del suo ultimo bestseller, che ha venduto solo in Italia 1.500.000 copie, facendo emergere anche la personalità di uno straordinario Cooper.

La storia di questa trilogia parte nel 2006, anno in cui l’autore ha immaginato una biblioteca sotterranea, che poi lo avrebbe portato a tessere la trama del suo fortunato romanzo, che, però, non fu accolto dallo stesso plauso europeo negli USA , cosa che lo deluse moltissimo.

Il protagonista, Will Piper, rappresenta un anti-eroe: si allontana dagli stereotipi di “superhero”, tanto amato negli Stati Uniti, mostrando anche i lati più deboli e fragili del suo carattere, compreso il suo fare da dongiovanni. Tra l’altro, ne I custodi della biblioteca, è ormai sessantenne, pensionato e apparentemente lontano dal mondo dell’investigazione in cui ha operato per anni.

L’autore ha rivelato di sentirsi molto vicino al carattere di Will, tanto da esserci una forte connessione autobiografica.

La scelta di una data come il 9 Febbraio 2027 è stata dettata dal fatto che si trattava di un tempo non troppo lontano né troppo vicino a questa fase contemporanea, ragion per cui l’impatto sarebbe stato più forte sul pubblico.

Così come nei due precedenti libri, anche qui Cooper ha inserito nella trama un personaggio storico, Benjamin Franklin. Per l’autore era un uomo straordinario, una delle basi portanti della storia e della cultura americana, memorabile per sua ecletticità dato che è stato un inventore, uno scrittore, un politico.

La banca dati raccolta in questa straordinaria biblioteca, certamente è ricchissima, ma l’autore fa notare che sia anche limitata, in quanto non dice nulla della vita vissuta, ma può solo dare un’indicazione ad eventuali megacatastrofi. La biblioteca è anche una metafora della predestinazione, lasciando decidere al lettore se la propria vita sia dettata dal libero arbitrio o no.

La trama, infatti, si rivela interessante per lo stimolo alla riflessione su temi come la morte, la storia, la religione, miscelati agli aspetti più quotidiani e sfrenati dell’essere umano ben regolati da una buona dose di humour. La fede, in particolare, che risulta un intento centrale di Cooper tanto che il libro in uscita il prossimo anno sarà sulla Resurrezione di Cristo e il Sacro Graal, vuole essere un veicolo di meditazione per il lettore, senza lasciar trapelare considerazioni personali dell’autore.

Durante la presentazione, inoltre, si è affrontato il tema della scrittura e dell’editoria, facendo emergere  come sia estremamente difficile intraprendere oggi una carriera da romanziere. All’inizio per Cooper non è stato per niente facile, anzi nessuna porta sembrava aprirsi, quando invece un giorno un’agente letterario ha visto un lui il talento necessario tanto da portarlo al successo. Il monito, infatti, per tutti quelli che vorrebbero intraprendere questa strada è quella di perseverare, di essere testardi, di provare fin quanto possibile di realizzare il proprio sogno.

Nell’epoca del 2027 i libri fisici saranno una rarità, così come le macchine a scoppio: in ciò l’autore intravede un’incredibile possibile e prossima catastrofe per l’umanità: con la circolazione degli e-books certamente il sistema della divulgazione libraria risulta più facile e più economico, ma non trasmetterà più quell’empatia nello sfogliare le pagine o in un’attenta rilegatura: tutto sembrerà più freddo.

Il suo rapporto con la cinematografia non è stato, invece, roseo. Ha spesso chiesto la realizzazione di film per i suoi libri, ma ha sempre ricevuto risposte negative, fino alla scelta della vendita dei diritti ad una tv francese per una serie televisiva.

In conclusione, l’autore ha ammesso anche che i suoi viaggi sono stati utili per dargli importanti spunti di studio per le sue trame, come le ricerche a Barcellona per il suo prossimo libro, o a Roma per Il marchio del diavolo. E sugli scrittori ispiratori, ha menzionato Umberto Eco, per avergli offerto un’importante banca dati d’erudizione.

 

Glenn Cooper rappresenta uno straordinario caso di self-made man. Dopo essersi laureato con il massimo dei voti in Archeologia a Harvard, ha scelto di conseguire un dottorato in Medicina. È stato presidente e amministratore delegato della più importante industria di biotecnologia del Massachussets ma, a dimostrazione della sua versatilità, è diventato poi sceneggiatore e produttore cinematografico. Grazie al suo clamoroso successo della Biblioteca di Morti, del Libro delle Anime, della Mappa del destino, del Marchio del diavolo e dell’Ultimo giorno, si è imposto anche come autore di bestseller internazionali. (CLARISSA COMUNALE)

 

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