PINELLI SGOMBERATO «SE LA POLIZIA E’ QUI, LA POLITICA HA FALLITO»

 

Di seguito un piccolo resoconto del live twitting che ho realizzato durante la conferenza stampa/assemblea indetta questo pomeriggio dai ragazzi del Teatro in Fiera Pinelli Occupato.

 

Facce stanche, sia quelle dei ragazzi che per tutto il giorno hanno protestato bloccando letteralmente la città e dall’altra i poliziotti che a capannelli presidiano le entrate della Fiera. Metteteci la pioggia battente e avrete il quadro completo in cui si è svolta la prima assemblea degli (ex) occupanti fuori dal Teatro in Fiera.

Una conferenza stampa/assemblea che ha i toni di uno sfogo, in cui a turno, i ragazzi prendono la parola. Si dicono convinti che un’esperienza del genere non può chiudersi con un sequestro preventivo e che la protesta, naturalmente, va avanti.  Hanno denunciato l’assenza di una parte della società civile, che non ha preso parte alle proteste della mattinata, anche se sono orgogliosi di aver ricevuto approvazione e solidarietà da personaggi come Edgar Morin e la figlia di Pino Pinelli. Lanciano un appello a Camilleri che, qualche settimana fa, aveva sostenuto e appoggiato l’occupazione del teatro.

In tutti i ragazzi c’è la consapevolezza di aver comunque fatto breccia nell’opinione pubblica e in una città «comandata da cricche e massoneria». Il Pinelli, fino a ieri era un luogo in cui potevi proporre uno spettacolo «senza lungaggini burocratici, senza soldi», come ha raccontato un attore che trovando la polizia stamattina non ha potuto far altro che pensare che tutto ciò fosse surreale. Era un luogo restituito alla collettività, che deve rimanere tale.

Adesso c’è la protesta, un presidio permanente fuori dal teatro e già domani alcuni degli occupanti si uniranno al corteo indetto dagli studenti delle scuole di Messina. C’è inoltre da risolvere il nodo degli oggetti rimasti all’interno del teatro, che i ragazzi non hanno potuto portar fuori. Infine c’è l’iter giudiziario che ad oggi conta un sequestro preventivo e dieci avvisi di garanzia. (FABIO BRUNO)

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