ABOLIZIONE DELLE PROVINCE: PREVITI “CAMBIARE SOLO NOME NON SERVE A NULLA”

 

Dibattito in corso sul reale “risparmio” che dovrebbe apportare l’abolizione delle province così come annunciata dal Presidente Crocetta. Ildisegno di legge salvo imprevisti, dovrebbe essere discusso a Sala d’Ercole martedì prossimo, dove il Pdl promette  “barricate” e l’Udc resta fortemente perplesso.

Sulla questione interviene il Presidente del Consiglio Comunale di Messina, Pippo Previti, che in una lunga nota,  sottolinea “che le scelte prese sull’onda dell’antipolitica, così repentine, senza che ci sia stato uno studio preciso che interpelli i diretti interessati, senza una seria simulazione sulle proiezioni del risparmio e sui rimanenti costi, senza capire dove va a finire il personale, ma soprattutto che fine faranno i servizi attribuiti per legge alle Provincie, senza tutto ciò si rischia seriamente di ripetere errori e film già visti ( ATO idrico, ATO rifiuti, etc )”.

“Le Provincie – ricorda Previti –  inserite nella nostra Costituzione, al titolo V, art.114 ( sostituito dall’art.1 della Legge Costituzionale 18 Ottobre 2001,n.3) sono elementi fondanti, assieme ai Comuni, alle città metropolitane, alla Regione e allo Stato stesso, della nostra Repubblica.

L’art.15 del nostro Statuto Autonomista, al comma 2 prevede che“l’ordinamento degli enti locali si basa nella Regione stessa sui Comuni e sui liberi Consorzi comunali,dotati della più ampia autonomia amministrativa e finanziaria”. Successivamente con la Legge istitutiva della Provincia Regionale ( L.R. 6.3.1986.n.9 ) all’art.3 si stabiliva che i Liberi Consorzi dei Comuni erano denominati “PROVINCIE REGIONALI”.

Oggi solo il cambio di denominazione per buste, carta intestata, insegne, cartelli stradali, etc. costerebbe alle casse pubbliche circa 2 milioni di euro. A carico di chi?”.

Secondo Previti , “invece di eliminare le Provincie, con prospettive incerte e penalizzanti”, bisognerebbe piuttosto “aumentare la loro competenza – e anche quella dei Comuni -decentrando uffici e servizi in atto gestiti dalla Regione. Penso a quello che è avvenuto con le Aziende Autonome Soggiorno e Turismo e con gli Enti Provinciali per il Turismo, penso ai centri per l’impiego ( nel resto d’Italia sono di competenza dell’ente provincia ), agli IACP, alle Condotte Agrarie, alla Motorizzazione Civile, al Genio Civile, all’Ente Sviluppo Agricolo ( ESA ), all’osservatorio regionale per le malattie delle piante ( nel 2012 la regione ha stanziato 50 milioni di euro per la salvaguardia – non delle famiglie povere – ma delle piante…rare ), la ripartizione faunistica-venatoria ed ambientale, l’ARPA ( Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente ), l’Associazione Regionale Allevatori Sicilia, l’Ispettorato del Lavoro, l’Ente Acquedotti Siciliani, e cosi via fino al bonus bebè, l’assegno al nucleo familiare , buono scuola, etc.

I Sigg. Deputati, chiamati a fare queste scelte – conclude Previti – per carità riflettano e riflettano approfonditamente. Si facciano preparare una specie di “business plan” , chi deve fare cosa e con quali risorse. Il rimedio prospettato potrebbe rivelarsi – in tempi medio brevi – peggiore del male che si vuole eliminare. Non portiamo il cervello all’ammasso. La Politica serve a dare risposte ai problemi della Comunità e non a inseguire le mode di chi grida più forte”.

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