NANIA, BUZZANCA, FORMICA: NELLA “NUOVA ALLEANZA” UNO PENSA, UNO DIALOGA E L’ALTRO SCEGLIE?

 

A volte ritornano, o forse più semplicemente non se ne erano mai andati. Nonostante si sia fatta attendere la loro mossa, ecco che si ripresentano all’elettorato che, nei mesi scorsi, si era quasi preoccupato per la “scomparsa” dei loro facciotti dalle fila del parterre del centro-destra, in occasione di eventi ufficiali. Noi stessi avevamo scritto più volte d’essere in attesa di capire che ne sarebbe stato di loro, cioè di lui … bè in realtà dici lui ma intendi loro, dici loro ma si capisce che uno dei due è lui. Insomma Nania e Buzzanca, l’ex asse portante della città, i due signori del feudo della provincia, i nomi altisonanti di An prima e Pdl poi, i prezzemolini senza i quali non si poteva pensare il concetto stesso di politica locale, da qualche tempo erano talmente in ombra da esser via via scomparsi.

Tutto ebbe inizio dopo l’elezione a sorpresa della candidata a sindaco del centro sinistra, Maria Teresa Collica, proprio a casa dei due barcellonesi: da allora qualche “malalingua” iniziò a sibilare “vedrai, è l’inizio della fine”. Certo il segnale era stato forte (in termini percentualistici oltre che d’orgoglio) e, forse, la “malalingua” era in realtà soltanto un buon osservatore, capace di leggere tra le righe della politica.

Ma torniamo alla nostra ridente città, che ad agosto resta ufficialmente orfana (di nuovo!) del suo primo cittadino. Anche in questo caso, la mossa è firmata dalla mano di Barcellona, la madre patria sotto la cui giurisdizione Messina è colonia da anni.

Buzzanca lascia la sindacatura: ufficialmente le ragioni sono il raggiungimento degli obiettivi prefissati per il mandato da sindaco e l’impossibilità a portare avanti la giunta, dati i nuovi equilibri locali e nazionali che vedevano l’Udc non più amico ma antagonista (riflessione che deve aver pesato solo a compartimenti stagni nelle menti del centro-destra, almeno stando a guardare gli immutati assetti -a distanza di sei mesi- alla Provincia regionale).

In realtà “Buzzy” fa semplicemente la sua scelta: lasciare Palazzo Zanca per candidarsi all’Ars. E’ evidente che questo non solo gli fa perdere quel residuo di popolarità che aveva tra i suoi elettori (fermo restando che una residua schiera di fedelissimi o di “obbligatissimi” gli garantisce migliaia di voti alle regionali), ma risulta essere la più sbagliata sotto ogni punto di vista.

Così, da un giorno all’altro, il dietologo della città del Longano, già alla guida di Messina da Presidente della Provincia e da sindaco per due volte, nonché consigliere all’Assemblea Regionale, si ritrova a perdere in men che non si dica ogni sedia, poltrona e divanetto a disposizione, compreso il posto da coordinatore provinciale del Pdl; ruolo che, in occasione dell’ultimo incontro tra la stampa e i “capocchia” del partito del Cavaliere, si vocifera stia per essere commissariato.

Torniamo ad ottobre: risultato insufficiente, dunque, per l’ex sindaco che non approda all’Ars, “qualcuno” suggerisce anche che Germanà non lasci Roma e rimanga in veste di parlamentare nella capitale, rinunciando all’incarico palermitano che, a quel punto, passerebbe al “non sufficiente”  Buzzanca. Dal canto suo, il neoeletto “Nino dagli occhi blu” non ci pensa proprio, non fosse altro che a breve si rivota e rinunciare alla Camera a due mesi e mezzo dalla fine naturale del un mandato, in favore di un nuovo incarico (oltretutto più remunerativo) è assolutamente conveniente! (non eroico, a beneficio di chi avesse voluto farlo passare come tale).

Si apre la parentesi #politiche2013e, durante la campagna elettorale invernale, i candidati delle varie compagini si presentano -come da tradizione- in pubbliche piazze e teatri, per proporre l’elisir del risanamento italico, compreso il segretario Alfano.

Come vi avevamo raccontato, in occasione della sua visita al PalaAntonello, Nania e Buzzanca non erano in prima fila e neanche in seconda … ma neppure in terza o in quarta. Ecco, diciamo che in casi simili un “impegno pregresso” non è una giustificazione per l’assenza, ergo sembra chiaro che non ci fossero perchè “non dovevano esserci”. Che si sia trattato però di un autoesonero o di una scelta imposta non è dato sapere, ma diciamo che un’opinione ce la siamo fatta.

Arriviamo a ieri mattina.Nel salone degli specchi di Palazzo dei Leoni, l’ex senatore Nania in compagnia del concittadino Peppino Buzzanca e del consigliere regionale Santi Formica, ha presentato “Nuova Alleanza”. L’obiettivo sono chiaramente le amministrative (rinviate a giugno) e i tre moschettieri ex An sembrano avere in mente di ricreare il partito nato a Fiuggi dopo la nota svolta del ’95. Il problema evidente che crea un discrimine forte rispetto al passato è l’assenza, ad oggi, di un leader quale fu negli anni 90 -e fino a buona parte dei 2000- Gianfranco Fini, la cui credibilità agli occhi di chi ieri lo supportava alle urne, è evidentemente pari a zero (anzi a poco più ma comunque insufficiente per accedere alle Camere).

Al suo posto chi dovrebbe farsi portavoce dei valori che ieri erano quelli di An? Domenico Nania, da sempre osteggiato dalle frange più idealiste del partito che fu? Lui che è stranamente passato da vicepresidente del Senato a “non candidato” alle politiche 2013? O forse l’ex sindaco che -evidentemente recidivo- ha lasciato la città in pieno default e  in balia di un commissariamento imposto, millantando un quadro florido e sereno fino alle dimissioni estive? Oppure l’ onorevole Formica, non esattamente una new entry nel panorama politico ma, fra i tre, certamente il più credibile?

Comunque il nome c’è, Nuova Alleanza, e può suonare tanto come una minaccia che come una prospettiva. L’alleanza o partnership comunque ci sarà e ovviamente non lascerà i confini del centro-destra: nuovo partito dunque ma solo una costola (costoletta) del Pdl, nonostante si sia imputata l’impossibilità di rimanervi all’interno all’incapacità del partito di Berlusconi di rispettare le promesse attese.  Il simbolo proposto è quello della coccinella, già visto alle scorse amministrative per una delle varie liste in supporto al Pdl; lo slogan è efficace “penso, dialogo, scelgo” ma vien da domandare chi dei tre pensi, chi dialoghi e chi scelga perchè, mai come in questo caso, l’accordo soggetto predicato può fare la differenza.

Le primarie sono argomento di discussione anche in casa di Nuova Alleanza: il sistema è, però, diverso rispetto alle tornate a cui il centro-sinistra ci ha abituati nell’ultimo anno. Niente gazebo e seggi allestiti ad hoc in sedi di partito e saloni di circoli: nove confronti pubblici al termine dei quali l’elettorato si esprimerà sul nome che, nel loro caso, sarebbe preferibilmente quello dell’ex city manager Gianfranco Scoglio.

Altro che reality show della politica-come siamo soliti chiamarlo-qui si rasenta la claque de “La Corrida” . Altra curiosità emerge dall’analisi dei fondatori del nuovo partito, in sede di presentazione.

A sentirli parlare sembrano davvero ancora molto attaccati ad An e, sentendo loro, in parte sembra di sentire le parole del delfino di Almirante, indignato dalla gestione unica del Pdl da parte signore di Arcore. C’è da chiedersi allora, se così in linea con Fini, perchè non convoglino in Fli piuttosto che ricercare alternative terze.

Sarà forse perchè Futuro e Libertà non ha alcun peso politico ad oggi? Ma resterebbe sempre l’alternativa Fratelli d’Italia, altra costola (altra costoletta) del Pdl. I dubbi sono più che leciti e risultano numerosi a fronte di quanto fin qui osservabile.

Noi, come sempre, restiamo a guardare, raccontiamo, vi diamo qualche input e insieme a voi riflettiamo sui possibili scenari che potrebbero aprirsi in futuro. Di certo, il posticipo delle amministrative a giugno non fa che allungare i tempi utili a ribaltare e ricreare mille volte equilibri labili e precari.

Chissà quante altre sorprese la nostra politica avrà da riservarci prima dell’election day! Una notizia però ci rasserena: i signori della provincia tirrenica sono ancora tra noi, pronti a proseguire il percorso politico nella colonia. E noi che avevamo pensato ad un autocritico dietrofront…!(ELEONORA URZI’)

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