MUSIC&ART FESTIVAL, IL MEGLIO DELLA MUSICA MESSINESE SI SFIDA ALL’OFFICINA

Venerdì 7 giugno, a partire dalle ore 21:00, band e cantautori cresciuti in riva allo Stretto si contenderanno l’attenzione di Massimo Luca e Luca Di Natale, rispettivamente autore e percussionista di fama nazionale, a colpi di brani inediti e cover d’autore, per aggiudicarsi la prima edizione del Music&Art Festival, organizzato nell’ambito del progetto “A.P.Q. Radici e Ali, Giovani professionisti di sé e del territorio” e che si terrà al Centro Multiculturale Officina, con ingresso gratuito.

Tra gli altri partecipanti, Angelo “Rock” Soraci, uno dei musicisti che prenderanno parte alla gara, ha chiesto di poterci raccontare cosa significa vivere di note e di concorsi, e di spiegarci perché il Music&Art Festival potrebbe essere davvero un trampolino di lancio per i giovani talenti peloritani.
«I concorsi, in giro per l’Italia, hanno bene o male dinamiche simili. Si parte di solito da un’audizione davanti ad una giuria competente, per poi accedere alle diverse fasi che il regolamento impone. I premi variano da concorso a concorso, dalle simpaticissime ed inutili targhe/soprammobili ai premi in denaro ai – la cosa a mio avviso più utile – contratti e alle pubblicazioni discografiche di vario tipo.

La serietà ed alla competenza dell’organizzazione giocano un ruolo fondamentale. Se ben fatti, i contest di questo tipo possono servire ad alimentare all’ennesima potenza le qualità di un’artista. Il Music&Art, ad esempio, ha una marcia in più rispetto ad altri concorsi, per tre motivi fondamentali: il primo è la giuria di qualità, il secondo è la vicinanza geografica (ci sono molti artisti messinesi come me, che devono fare chilometri su chilometri per partecipare ad un vero festival), il terzo, più personale, è che posso parteciparvi annunciando l’uscita del mio primo singolo… live, davanti ad un pubblico!

Ciò che incoraggia, nel vedere organizzare eventi di questo genere, è la netta sensazione che ci sia ancora la voglia di puntare su qualcosa che provi a dare prestigio ed una scrollata a questa città spesso “morta”. Messina, invece, a mio parere, deve puntare sulla gente comune, sul suo risveglio: questo “mestiere” lo faccio perché mi piace trasmettere agli altri quello che penso, quello che magari è sotto i loro occhi, ma, a volte, non vedono, perché troppo distratte e “dormienti”. Il monotono, l’abitudinario, l’ironico: spero che venerdì, qualcuno, ascoltando “E allora dai…”, il mio brano inedito, possa riconoscersi, rendersi conto della situazione in cui versa, darsi la carica e riattivarsi: questa per me sarebbe una vittoria, altro che la conquista del primo premio».

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