YPSIG LA PIOGGIA SI ARRENDE AL ROCK. DIARIO DI UN FESTIVAL

Il suono di una chitarra ormai fuori controllo, scagliata sul palco con ostentata indifferenza da Tom Smith, cantante e leader degli Editors, sancisce la fine della diciassettesima edizione del festival più cool d’Italia, l’Ypsigrock , il festival estivo che da ben diciassette anni  trasforma il tranquillo e accogliente comune di Castelbuono, situato sulle pendici del colle Milocca, nella patria ideale per gli amanti della cultura Indie.

A conti fatti, la fortuna di chiamarsi “Ypsigrock” risiede in una parola: Lungimiranza.

 Una costante lungimiranza che ha contraddistinto ogni edizione Dell’Ypsig,  contribuendo nell’arricchire il palco di Piazza Castello non soltanto con artisti di fama mondiale come:  Gang Of Four, Dinosaur Jr., Primal Scream, Mogwai, Apparat, ma con un intero cartellone di potenziali “Headliners”.

 Non si possono non considerare tali band come:  Efteklang, Shout Out Louds eThe Drums, tanto  per rimanere ancorati alla line up di questa edizione.

Allargando gli orizzonti alle passate edizioni balzano subito alla mente, e alle orecchie dell’ascoltatore ,nomi come Django Django, Alt J, Twin Shadow, tutte band che da semplici “promesse” , nel giro di poco tempo, sono diventate “certezze” nel panorama musicale internazionale, nomi da etichette “doc” come 4AD per intenderci.  L’Ypsigrock rappresenta un battesimo quasi obbligatorio.

 In quest’ultima edizione, che si è svolta dal 9 al 11 Agosto, il festival che sta per diventare maggiorenne si è infatti regalato una line up colma proprio di certezze,  tali sono gruppi e artisti come Suuns, Metz, Local Natives,  Rover, Indians, Deptford Goth.

La lungimiranza, però, non è un antidoto alla “sfiga” che più volte ha fatto capolino, soprattutto nei primi due giorni del festival, manifestandosi  attraverso un vero e proprio temporale tropicale che dalle sette di sera di giorno 9 ha imperversato costantemente su Castelbuono  causando numerosi contrattempi,  ritardi vari ed eventuali, interruzioni, una  logistica difficile con annesso cambio palco macchinoso, senza dimenticare le centinaia di persone, in short e infradito, zuppe fino al midollo in cerca di riparo lungo le stradine del centro, sotto i portici, sotto la felpa di un amico.

 Mai in diciassette anni di festival la pioggia aveva imperversato con così tanta cattiveria, quasi volesse rovinare 3 giorni musicalmente divini.

Lo spirito di un festival come l’Ypsigrock, però,  è così grande e contagioso che sarà proprio il pubblico il vero vincitore di questa edizione, un pubblico festante anche davanti alle difficoltà, in grado di ballare e cantare a squarcia gola sotto la pioggia, donando carica ad ogni singola band,  trasformando momenti di avversità in momenti epici che rimarranno stampati nel cuore e nella memoria di molti.

Ma andiamo con ordine …

 

 

DAY 1 –  09 AGOSTO :  Tra Hipster alla moda e arzilli vecchietti autori di un festival parallelo presso  il circolo ricreativo  “Gli Amici della Musica”, parte la prima giornata del festival.  Nuvole minacciose all’orizzonte  preannunciano l’arrivo di un temporale che dalle sette di sera, e per tutta la notte, non lascerà in pace il folto pubblico dell’Ypsig. Tra varie difficoltà e un ampio ritardo alle 22:30 si aprono le danze. A salire per primi sul palco non saranno gli Youarehere, rimandati al secondo giorno, ma bensì gli Efterklang. Diciamolo subito, senza giri di parole, gli Efterklang sono semplicemente divini.

L’eleganza della band danese e di un album come “Piramida”, la loro ultima fatica, si manifestano sul palco dell’Ypsig con sonorità che assorbono le atmosfere dilatate del post-rock vecchia scuola inscatolate all’interno di  in una matrioska pop dal contenuto wave.

 Anello di congiunzione della band è senza ombra di dubbio lo charme di un leader comeCasper Clausen che, sigaretta in mano, sussurra ai presenti storie di fantasmi e di falsi poeti, il confronto con il tema della morte. “Sedna” e “The Ghost”,  tratte proprio da Piramida, toccano il cuore dei presenti, 40 minuti sono troppo pochi.

La pioggia riprende  il suo festival personale, sale sul palco la tenacia degli Shout Out Louds, autori di una performance bagnata  e intensa.  Professionali al massimo regaleranno ai presenti un momento da ricordare. Ombrelli in aria e felpe inzuppate, si balla con le batterie in sedicesimi di Walls”,Walking in your Footsetps” e “14th of July”, siamo all’Ypsig la pioggia ci fa un baffo.

Passeranno altri 45 minuti, sempre in compagnia della pioggia, per assistere alla prova dei The Drums, americani di nascita, cresciuti a pane e The Smiths,  con un bagaglio musicale che fonda le sue radici nel  British- Pop d’alta scuola.

 Quasi due ore di indie-pop da camera con sprazzi di post- punk. ”Let’s Go Surfing” viene fischiettata da tutta piazza Castello, “Best Friend” è il brano ideale per stringersi in un lungo abbraccio dimenticando la pioggia. Altre hits tratte da “Portamento” e si giunge alla fine della prima giornata.  Ci  vuole una doccia calda.

 

DAY 2 – 10 AGOSTO :   Attraverso l’alternative rock degli italiani Black Eyed Dog e l’electro pop di Daniel Woohouse, in arte Deptford Goth,  La seconda giornata dell’Ypsig presenta subito la novità di questa edizione: l’”Ypsi & Love Stage”, il secondo “mini palco” situato in un luogo altamente suggestivo come il chiostro di San Francesco.  

Il battesimo dell’Ypsi & Love Stage risulta promosso sul piano prettamente estetico, rimandato sul piano dell’audio che risulta troppo “soffuso” e difficile da inquadrare, forse anche in virtù della conformazione settecentesca del chiostro poco adatta a sonorità vibranti.

Alle 20:00 tutti in direzione del Main Stage di Piazza Castello per assistere, con un occhio rivolto ad un cielo ancora minaccioso, alla seconda giornata del festival che possiamo definire all’insegna dell’elettronica, tanto per non snocciolare i circa 4000 sottogeneri e, potenzialmente, perdere la via maestra che è sempre e solo una: la qualità della musica.

 Puntuali, alle 21 salgono sul palco i capitolini Youarehere vittime del temporale del giorno prima e autori di 20 minuti di dubstep melodico. 

Subito dopo arriva il momento degli  Omosumo, un trio capitanato dal chitarrista dei The Waines Roberto Cammarata . Nella loro ricetta sonora troviamo distorsioni “Les Paul”, testi in Italiano e un elettronica che segue una strada già battuta dai Subsonica con l’aggiunta di una cassa in stile Techno.  Il pubblico dell’Ypsig apprezza.  

Il post-dubstep del producer Holy Other  rallenta, invece, una serata che riprende alla grande con una delle rivelazioni del festival:  i Suuns.

 La band canadese, capitanata da Ben Shermie e Joe Yarmush, aggredisce il pubblico dell’Ypsig con una scaletta che attinge a piene mani da “Images Du Futur”, il loro ultimo disco, in grado di fondere Krautrock, psychedelia e schiaffi prog.  La violenza sonora del combo canadese  e di un brano come “2020” disturberanno anche il cielo, ennesimo temporale ed esibizione interrotta. Dopo circa 30 minuti i Suuns riprenderanno per chiudere in bellezza una performance tra le migliori di sempre.

Ancora pioggia e pubblico stremato ma carico per accogliere con la giusta ovazione il piatto forte della serata:  il dj e producer Erol Alkan, celebre per le sue numerose collaborazioni ed autore di un electro-clash irresistibile che riscalderà tutti i presenti trasformando piazza Castello in un vero e proprio rave con brani come “Crackboy – Kiddo” o la celebre  “Beat It” di Michael Jackson,  letteralmente scomposta e rimontata ad arte dal dj di origine turche.  Sono ormai le 3 di notte, tutti in tenda.   

 

 

 

 

 

 

DAY 3 – 11 AGOSTO:  Un cielo sereno e un clima nuovamente caldo sono, finalmente, la costante della terza ed ultima giornata dell’Ypsig, quella del pezzo forte: gli Editors.

L’Ypsi & Love stage vedrà protagonisti la songwriter palermitana Unepassante e  Indians, l’ indiano malinconico dell’electro-folk , non per assenza di compagni sul palco, solo con la sua tastiera korg e la sua boss rc 300, ma come la sua musica, dolce e malinconica.

Nel main stage, suoneranno puntuali gli sfrontati METZ, altra rivelazione, in grado di prenderti subito a schiaffi. Grunge  senza fronzoli, 3 minuti di pugni in faccia, terminati i 3 minuti altri 3 minuti di pugni in faccia e così via per circa 40 minuti.

Il simpaticoRover, colui che da grande voleva essere David Bowie, porterà sul palco dell‘ Ypsig uno strano amplesso di suoni, marcatamente vintage e canticchiati con una voce profonda  che riporta tutti al 1970, anche chi non era ancora nato.

Tutto fila liscio, come la performance dei Local Natives, in grado di mettere in scena tutta la spensieratezza di quell’adolescenza  spesso trattata nei loro testi.

 Batterie sintetiche, calde tastiere e chitarre surf style sono il marchio di fabbrica della band americana che, in circa un’ora, sfoggerà  brani come “Breakers”, “Wide Eyes” e“Black Baloons”, colonna sonora perfetta di un estate che potremmo definire d’oro per i Local Natives.

Terminata la loro esibizione l’aria incomincia subito a farsi frizzante,la tensione e la carica di Piazza Castello sono pronte ad essere innescate dall’unica data italiana degli Editors, protagonisti di una performance che confermerà la grandezza della band Britannica.

Quattro anni di attesa sono infatti troppi per i numerosi fans  accorsi da tutte le parti d’Italia per celebrare una band che, da “The Back Room” in poi, è diventata  il punto di riferimento della ”new-new-wave”  Britannica.

 “Sugar”, “A Ton Of Love” (singolo estratto dall’ultimo album “The Weight Of Your Love”), “Bones”, “Munich”,  intonate a squarcia gola da una folla che nel frattempo si è fatta numerosa ed estremamente rumorosa,   confermano ancora una volta che siamo davanti ad un vero e proprio evento  messo in scena da una band ormai abituata alle grandi platee.

 La calda e ammaliante voce di Tom Smith ne rappresenta il marchio di fabbrica, quel marchio di fabbrica ormai orfano della chitarra di Chris Urbanowic .

An End Has A Start”, “Bullets” e “The Racing Rats” confermano quel ritorno al passato e alle sonorità prettamente new wave che contraddistinguono  anche l’ultimo LP,  “The Weigh Of Your Love” , dopo l’escursione in territori  synt -pop con “In This Light And On This Evening”. Il canonico Bis dopo un’ora e mezza di  concerto congeda un pubblico mai sazio.

“Papillon” suonata in una versione “estesa” e più rock termina tra i larsen della Telecaster di Tom accasciata sul palco, il giusto sipario per una performance d’altri tempi.

 Piazza castello si svuota, termina anche la diciassettesima edizione dell’Ypsigrock. “il futuro è già nostalgia” recita lo slogan ufficiale, ed io ho già nostalgia di Castelbuono, di quei portici, della grande musica che l’Ypsigrock da 17 anni regala ad un territorio spesso troppo bistrattato come quello Siciliano. Ho voglia di tornare all’Ypsig subito,  anche domani, qualcuno vuole un passaggio ?  (FRANCESCO ALGERI)

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