CALCIO, ACR MESSINA: CON IL MELFI TORNA LA “PAREGGITE”; DIRIGENZA POLEMICA CON LA DIREZIONE ARBITRALE

(Messina-Melfi, arbitro Marinelli di Tivoli)

Tre espulsioni (inclusa quella di Ferrigno) e cinque ammonizioni, tutte per i giallorossi . Questo il bilancio di una gara che, secondo questi numeri non sembrerebbe un incontro di calcio, ma che invece non rispecchia il reale andamento di un match tutto sommato corretto, pesantemente condizionato dalla cattiva gestione dei cartellini da parte dell’arbitro. Troppa o poca personalità mostrata dal direttore di gara, che quest’oggi è apparso in grave difficoltà, con notevoli errori di valutazione. Ne risente lo spettacolo, inevitabilmente influenzato da questi episodi ma, data l’inferiorità numerica, il Messina può comunque ritenersi soddisfatto del risultato raggiunto con grande carattere, sebbene paghi due disattenzioni evitabili della retroguardia (entrambe le reti subite su colpo di testa).

La cronaca. Il Messina deve ancora rinunciare a Maiorano, Bolzan e Lasagna, fuori per infortunio, insieme a Ferreira, fermato dall’arbitro; torna a disposizione Ignoffo, che sconta la squalifica, così come De Bode che si accomoda in panchina. Assente anche dalla tribuna Andrea Parachì: ufficiale la separazione della società con l’idolo di giostra (un peccato per un ragazzo con un buon potenziale, ma con una personalità ancora da forgiare). Catalano quindi schiera Lagomarsini in porta, in difesa riprende il suo posto Ignoffo, insieme a Silvestri e Cucinotta, a centrocampo linea di mediana composta da Bucolo e Simonetti, sugli esterni Quintoni e Guerriera, Guadalupi dietro le due punte Chiaria e Gherardi. Il Melfi schiera Giordano, Montenegro, Demarku, Cardinale, Annoni, Pinna, Cuomo, Muratore, Negli, Tortori, Ricciardo. Parte forte il Messina che già al 1’ regala un brivido ai propri tifosi, grazie a Chiaria che in scivolata agguanta un tiro poi respinto da Giordano. Dopo i primi minuti favorevoli, il Melfi prende iniziativa e tiene meglio il campo. Al 12’ Ignoffo sbaglia ad impostare e fa partire l’azione degli avversari, sulla quale recupera bene lo stesso centrale palermitano. Due minuti dopo, primo discutibile cartellino giallo a Cucinotta, nettamente intervenuto sul pallone, mentre al 17’ il destinatario del secondo cartellino della partita è Chiaria, in questo caso forse graziato, dato il brutto intervento da dietro (e in ritardo) sull’avversario. Al 18’ colpo di testa di Demarku, sul quale è prodigioso Lagomarsini. Torna a farsi vedere dalle parti del portiere avversario il Messina al 22’ con Guerriera che in area calcia di piatto poco fuori. Un minuto dopo ci prova Ignoffo di testa, ma schiaccia troppo debolmente. Al 25’ bella azione personale di Gherardi che calcia di un soffio a lato il suo rasoterra. E’ un buon momento per i giallorossi che continuano ad insistere, come quando al 29’ Chiaria, su cross di Quintoni (buona la prova dell’esterno), sfiora il gol con il suo colpo di testa, deviato sopra la traversa dal portiere, e due minuti dopo tocca a Silvestri, che sempre di testa indirizza alto da due passi. Al 33’ l’episodio destinato a cambiare la partita: brutta entrata di Simonetti, intervento da cartellino arancione il suo, l’arbitro opta per il rosso. La decisione scuote gli animi dei padroni di casa e genera nervosismo, come testimonia la rabbia di Ferrigno su un successivo intervento dell’arbitro, rabbia che costa l’espulsione anche al dirigente campano. Neanche tre minuti dopo, la sciagurata gestione dei cartellini da parte di Marinelli porta a due nuove ammonizioni, quelle di Ignoffo e Quintoni, sempre per proteste. Il primo tempo si chiude con la violenta punizione di Pinna dai 25 metri, deviata in angolo da Lagomarsini.

Nella ripresa il Messina ripropone lo stesso approccio aggressivo della prima frazione e al 6’ passa in vantaggio: a siglare la marcatura è Guerriera, alla sua prima segnatura in campionato, arrivata grazie all’ottimo aggancio da parte dell’esterno catanese sul lancio di Bucolo e l’abilità nel saltare il portiere ed insaccare. Al 10’ Catalano tira fuori Gherardi per far posto a Guilana, mentre per gli ospiti entra il temibile Cruz, cambio quest’ultimo che inciderà notevolmente sulla partita. Neanche un minuto e lo stesso Cruz dalla distanza calcia di poco a lato. Al 13’ arriva il pareggio di Ricciardo, ex-peloritano, che sfrutta al meglio il cross del brasiliano Cruz ed insacca di testa. Tre minuti dopo l’autore dell’assist del primo gol ribalta incredibilmente il risultato: sforbiciata di Neglia e pregevole deviazione di testa di Cruz. Il Messina accusa inizialmente il colpo: eccetto la conclusione di Guadalupi di poco alta sulla traversa al  18’, il Melfi torna padrone del campo, favorito anche da i giallorossi sbilanciati e con un uomo in meno, dunque più esposti ai pericolosi contropiedi avversari. Al 20’ Catalano getta nella mischia Corona per Silvestri, mentre tra le file degli ospiti fuori Tortorì e dentro Rinaldi. Nel momento migliore dei lucani, Chiaria la 30’ acciuffa il pareggio, approfittando di un incertezza della difesa ospite. Il Melfi si rende ancora pericoloso al 33’ con una punizione di Neglia che impensierisce Lagomarsini e al 37’ Caldore rileva un Guerriera in preda ai crampi. Al 40’ grande azione personale di Corona che salta due avversari dalla destra, entra in area e serve Chiaria che però si fa ribattere. Al 43’ ancora un giallo all’attaccante palermitano per simulazione, e nei sei minuti di recupero non succede nulla, se non l’espulsione di Ignoffo , il quale stupidamente imita Maradona e si fa gettare fuori per il suo colpo di mano. Termina così sul risultato di 2-2 la partita, con due uomini in meno e gli applausi della Sud alla squadra.

Il pareggio non era certo l’esito  che ci si aspettava: sebbene si tratti del quinto risultato utile, il punticino conquistato non smuove significativamente la classifica. Il Melfi conferma le statistiche che avevamo già anticipato: tanti gol e buone prestazioni lontano dallo stadio di casa. Pesanti gli strascichi di questo incontro: nella prossima partita in trasferta contro la Casertana , Catalano dovrà fare a meno di parecchi titolari. (ROBERTO FAZIO)

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