EMERGENZA CARCERI, INDULTO E AMNISTIA: ANCHE A MESSINA PRESIDIO RADICALE

Così come davanti a molte carceri italiane, anche a Gazzi, si è tenuto stamattina un sit-in organizzato dall’Associazione Radicali Leonardo Sciascia, aderendo alla protesta in nome della giustizia, della costituzione e del rispetto della legge, esemplificata nei fatti dallo sciopero della fame e della sete che il leader radicale Marco Pannella sta portando avanti da giorni, per raggiungere nei tempi dovuti il traguardo tassativamente prescritto dalla Corte europea.

Alla manifestazione hanno partecipato anche i parenti dei detenuti, che proprio davanti all’ingresso laterale del carcere hanno l’unica pensilina dove ripararsi (estate ed inverno) in attesa del proprio turno nei giorni di visita.

“Che fine ha fatto l’indicazione contenuta nel messaggio  del presidente della Repubblica di inizio ottobre?  – si chiedono i radicali – Che fine hanno fatto i “rimedi straordinari” di amnistia e indulto? In Italia la giustizia è insensatamente lenta e senza alcun rispetto dei diritti umani fondamentali, tanto per l’irragionevole durata dei processi (violazione art.6 della Convenzione Europea sui diritti dell’Uomo) quanto per i trattamenti inumani e degradanti (violazione art. 3 della stessa Convenzione) a cui sottopone i suoi cittadini detenuti. Dall’8 gennaio scorso la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha accertato in Italia la violazione strutturale dell’art. 3 della Convenzione europea che, sotto la rubrica “proibizione della tortura”, pone il divieto di pene e di trattamenti disumani o degradanti a causa della situazione di sovraffollamento carcerario in cui 7 dei ricorrenti si sono trovati (tre di loro erano difesi dagli avvocati radicali Giuseppe Rossodivita e Flavia Urcioli)

La Corte ha affermato, in particolare, che “la violazione del diritto dei ricorrenti di beneficiare di condizioni detentive adeguate non è la conseguenza di episodi isolati, ma trae origine da un problema sistemico risultante da un malfunzionamento cronico proprio del sistema penitenziario italiano. Marco Pannella si rivolge ai presidenti delle Camere per “convocare i Presidenti dei gruppi parlamentari af finché la questione venga calendarizzata” e al Governo perché agisca fattivamente e si prenda le sue responsabilità”.

Un’iniziativa che, ancora una volta come in passato, vuole arrivare al cuore dello Stato: per trasmettere, attraverso il proprio indebolimento fisico, energia e forza alle istituzioni affinché facciano ciò che devono per rispettare le leggi, i propri annunci, le proprie dichiarazioni.

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