AREA METROPOLITANA DELLO STRETTO: FATA MORGANA VISIBILE A PALAZZO ZANCA

Fata Morgana: fenomeno ottico frequentemente osservabile nello Stretto di Messina che distorce enormemente l’oggetto (a.e. isole) su cui agisce il miraggio. Il soggetto può apparire di forma diversa da quella che gli è propria: maggiormente vicino o lontano dal punto di osservazione.

Guardando fuori dalla finestra di Palazzo Zanca la costa calabrese, pareva proprio che oggi l’illusione si manifestasse appieno. Mai momento fu più azzeccato e persino il punto di osservazione era perfetto infatti, poco lontano da quelle vetrate un’assise di tecnici, accademici e rappresentanti della cittadinanza discutevano la questione dell’area integrata dello Stretto; traduzione: come fare di Messina e Reggio, e i comuni limitrofi alle due, un unicum inscindibile.

Procediamo per gradi perché in realtà la ragione dell’odierno consiglio aperto voleva essere un dibattito con i Prof. Josè Gambino e Michele Limosani, docenti dell’Università di Messina, circa il loro manifesto sulla città metropolitana, importante progetto che non riguarda il solo capoluogo ma ben 51 comuni che si snodano sul territorio da Giardini Naxos a Barcellona P.G.

Essere in questa agorà oggi significa dare un segno inequivocabile che questo è un progetto della città per la città” commenta uno dei due autori del documento che gran parte del civico consesso ha sottoscritto (fino ad ora 28 consiglieri su 40).

La presidente Emilia Barrile, ringraziati in primis gli intervenuti, precisa che questa seduta rappresenta solo l’inizio di un percorso e che presto questa verrà seguita da un ulteriore incontro meno “tecnico e più politico al quale inviteremo la deputazione regionale, nazionale e il ministro ovviamente”. Ma proprio circa quest’ultimo il prorettore evidenzia che sulla questione mobilità “gli abbiamo anche indirizzato una lettera perché riteniamo sia una questione nazionale ma fino ad oggi non ha ritenuto di prendere in considerazione la cosa!”. Chiaramente, per muovere i primi passi verso l’obiettivo, non è sufficiente il placet dei consiglieri messinesi e l’interlocuzione con le rappresentanze romane e palermitane diventa essenziale, lo specifica Limosani e lo ribadisce Daniela Faranda. “Parlo a nome mio e degli onorevoli Germanà e Garofalo e del sen.Mancuso: noi ci siamo già attivati per avviare un tavolo di confronto e i miei colleghi di partito si stanno muovendo nelle sedi di pertinenza”, rassicura la capogruppo Ncd. Retorica in politichese? Potrebbe sembrare la solita solfa se non fosse che, prontamente, i “suoi” hanno preso un impegno ufficiale, ribadito con tanto di nota inviata alla stampa nel pomeriggio.

MESSINA_DA_ZANCADevono venire qui e occuparsene direttamente!”, commenta il cons.Giuseppe Santalco, menzionando bipartisan tutti gli esponenti messinesi che siedono ai più alti scranni (e dimenticando però di citare il più giovane dei nostri deputati, on.Francesco D’Uva -M5S-).

Attribuire l’epiteto di città metropolitana a Messina non vuol dire appiccicarle un’etichetta dallo stile più moderno, ma configurarla come realtà al passo con i tempi, in un momento in cui le altre città stanno lavorando unendo le forze (a.e. Catania e Augusta) per mettersi al pari con i modelli che l’Europa propugna. Ed è proprio l’UE a prevedere politiche fiscali che avvantaggiano queste dimensioni e a dettare linee guida d’indirizzo che noi “non possiamo ignorare”, dichiara con enorme enfasi Limosani: “il mondo attorno a noi si muove, se restiamo fermi rischiamo di rimanere schiacciati”. E chiama in causa Stella e Rizzo in virtù della loro ultima pubblicazione (“Se il sud muore”) che “ha il merito di aver riproposto una questione antica, quella delle differenze tra settentrione e meridione d’Italia. L’uno ha bisogno dell’altro ma lasciate dire a noi che sud siamo, che sud vogliamo essere”, conclude tra gli applausi dei presenti.

 

Non si faccia confusione con i liberi consorzi però, infatti questi ultimi “non sono previsti dal disegno di legge nè dall’ Europa”, chiarisce Gambino “sono come dei ministri senza portafoglio e per questo andrebbero a morire”. Il docente specifica ciò nel giorno in cui a Montecitorio si discute la proposta del Ministro Delrio (“disposizioni sulle città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e le fusioni di Comuni”) ; inoltre, tra meno di venti giorni la Regione dovrà approvare la proposta delle città metropolitane. Intanto, in riva allo Stretto si inizia a discutere circa le modalità più idonee a concretizzare il progetto e si dibatte circa gli step che giuristi, legislatori, politici, tecnici non possono bypassare perché si passi dalla fase dei confronti a quella dei lavori pratici. Molte sono le operazioni propedeutiche da realizzare affinché ciò costituisca un’opportunità e non invece un ulteriore passo indietro per lo sviluppo del nostro territorio.

Turismo, trasporti, risvolti occupazionali, risorse culturali e accademiche sono solo alcuni dei punti toccati quest’oggi da docenti universitari e rappresentanti sindacali, addetti ai lavori e Confindustria. Oltre al progetto contenuto nel manifesto Gambino-Limosani, il dott. Stefano Agosta , ricercatore di diritto costituzionale, si è concentrato specificatamente sull’aspetto più prettamente giuridico della faccenda, evidenziando la necessità di passare attraverso tre momenti essenziali per stipulare l’unione che superi i confini dello Stretto e interessi anche la costa opposta: un’intesa politica delle due città costituendi, una tra le due Regioni e l’emanazione di due leggi regionali che ratifichino questo “sodalizio”. Di matrimonio (tra Sicilia e Calabria) parla anche la cons. Nina Lo Presti (CMdB); sin dal primo giorno la stessa amministrazione si era detta propensa all’idea che le due terre si riunissero in una macroarea dello Stretto, aprendo tavoli di confronto con sindaci dei comuni interessati e proponendo come ideale sintesi perfetta di questa fusione il neoassessore Cultura il prof. Perna -primo amministratore reggino che Messina ricordi tra i suoi-. Interesse e appoggio ribaditi in aula oggi da un altro componente della giunta Accorinti, l’ass. Filippo Cucinotta.

Quindi apparentemente c’è accordo pieno tra tutti, ciò che costituirà il reale discrimine sarà il modus operandi con il quale si vorrà condurre l’operazione. Essenziale sarà intanto interloquire con le parti interessate al fine di non rischiare che questo importante progetto spersonalizzi l’individualità e l’identità delle singole componenti che aderiranno: “saranno autonome e con i loro sindaci in questo progetto, non saranno ridotte al livello di quartieri”, specifica Gambino riferendosi al manifesto di cui è coautore.

L’intera città vuole gettare le basi per un futuro finalmente roseo”, commenta Libero Gioveni (Udc), palesando la stanchezza di chi non vuol più chiedere l’elemosina allo “Stato sordo che ci ignora” (forse bisognerebbe ricordargli che in quello Stato sordo che ci ignora rientra un ministro che sulla fronte ha il suo stesso scudocrociato e che è suo referente politico).

Dovremmo indire una conferenza dello stretto”, propone Lillo Oceano, segretario generale Cgil, “il nostro mare è interfaccia tra Europa e MedioOriente, tra Europa e Africa, questa è prima di tutto una sfida culturale”, aggiunge.

Bè, oggi guardando fuori dalle vetrate di Palazzo Zanca probabilmente il famoso fenomeno della Fata Morgana era visibile e chiaro, ma guardando all’interno della sua aula consiliare l’illusione appariva più nitida che mai. Oltre alla cinquantina di comuni interessati pareva ci fosse una corda tesa che tirava anche la Calabria a Messina, rendendola sempre più vicina alla Falce, quasi a far toccare i due piloni che si fronteggiano da lontano e questa, secondo alcuni, sarebbe la vera svolta per il nostro futuro. “Abbattiamo i pregiudizi che non ci fanno dialogare”, esorta il prof. Gambino; anche perché sarebbe quantomeno ridicolo sostenere dicotomie tra terre cugine: conflitti e contrapposizioni tollerabili solo tra tifoserie avverse -in modo sanamente sportivo-, niente di più e giacché lo sviluppo ha bisogno di basi solide e legami importanti è il caso che le acredini secolari si limitino ai confini di uno stadio. (@eleonoraurzi)

 

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it