INCHIESTA CORSI D’ORO: DANIELA D’URSO NON ANDAVA ARRESTATA, SAUTA E CAPONE TORNANO AI DOMICILIARI

Daniela D’Urso, moglie dell’ex sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, indagata per associazione a delinquere finalizzata alla truffa nell’ambito dell’inchiesta “Corsi d’oro”, non andava arrestata. Lo ha stabilito il Tribunale del Riesame. Già a dicembre, la Cassazione aveva annullato, con rinvio, l’ordinanza che disponeva nei suoi confronti gli arresti domiciliari. La procura di Messina aveva quindi fatto ricorso al TdR contro la decisione della Suprema Corte. Ieri pomeriggio, la sentenza che sottolinea come non vi fossero sufficienti elementi probatori per far scattare la misura cautelare.

Il tribunale del riesame ha invece confermato  gli arresti domiciliari per  l’ex assessore Comunale Melino Capone, patron dell’Ancol, insieme all’ex consigliere comunale Elio Sauta, gestore dell’Aram, ritenuti i principali referenti del sistema creato per distrarre i fondi destinati alla formazione, e per gli inquirenti le esigenze cautelari non sono venute meno.

Per gli altri indagati (tra cui Graziella Feliciotto, moglie di Sauta e Chiara Schirò, moglie di Genovese) è stata disposto il divieto di dimora. Intanto il processo va avanti, e la prossima udienza è fissata per l’8 aprile.

Alla Regione invece lo scandalo dei corsi d’oro ha portato alle dimissioni di due dirigenti: la  dott.ssa Anna Buttafuoco e l’arch. Calogero Beringheli, Capo e vice-Capo dell’Ufficio di Gabinetto dell’assessorato alle Infrastrutture e della mobilità. Dopo un confronto condiviso con l’Assessore, hanno rassegnato le proprie dimissioni lo scorso 27 marzo, con le seguenti motivazioni: “I rapporti da noi intrattenuti con alcune persone oggi coinvolte nell’operazione “Corsi d’oro” sono esclusivamente riconducibili al proprio ruolo lavorativo che riteniamo non essere oggetto di alcun illecito penalmente rilevante; tuttavia, considerato il ruolo che gli scriventi ricoprono in questo Ufficio e al fine di sgomberare il campo da eventuali paventati fraintendimenti che potrebbero avere ripercussioni nell’attività dello stesso, nell’ottica di continuare a garantire, comunque, il principio di legalità e trasparenza dell’Amministrazione, cui è stata da sempre improntata la nostra attività lavorativa, rassegniamo le dimissioni dagli incarichi ricoperti”.

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