VERTENZA PALUMBO, IL CANTIERE CHIEDE AIUTO AL PREFETTO MENTRE L’IMPRESA PUNTA A ROTTERDAM

Il cantiere navale Palumbo di San Raineri è in agonia e, dopo otto anni di concessione dell’attività all’imprenditore napoletano Antonio Palumbo, vorrebbe non solo risorgere ma riacciuffare i fasti produttivi di un’epoca ormai lontana, diventata più che un miraggio. A denunciarne il declassamento e a rivendicare il rilancio economico sono stati i lavoratori della struttura messinese che, questa mattina, hanno incontrato il Capo di gabinetto della Prefettura, Maria Adele Di Maio, in sostituzione del rappresentante governativo, Stefano Trotta. I segretari sindacali di OR.S.A.-Mariano Massaro, Cisl-Nino Alibrandi e Cub-Enzo Bertuccelli sono gli artefici di questa mobilitazione per chiedere l’apertura di un tavolo istituzionale che possa favorire la soluzione definitiva all’annosa vertenza. Mentre gli uomini d’affari Antonio e Raffaele Palumbo, padre e figlio, sono invischiati in una grossa operazione di Guardia di Finanza e Forestale per lo smaltimento di rifiuti speciali dei cantieri e per cui sono stati rinviati a giudizio a fine 2013, si vocifera che la società partenopea voglia espandersi anche a Rotterdam.

La Palumbo Spa, dopo aver esteso nel 2010 il suo monopolio anche sui cantieri navali di Malta, avrebbe dovuto creare un centro di eccellenza nel Mediterraneo nel settore delle riparazioni marittime, ramificandosi tra Malta, Messina e Napoli. Il risultato è stato che Palumbo ha trovato terreno fertile in quel de La Valletta, specializzandosi anche nei cantieri dedicati ai Superyacht. Mentre ha lasciato assopire, ad oggi, il bacino di carenaggio di Messina, fino a farlo “vivacchiare con piccole e saltuarie riparazioni”, a detta delle parti sociali. Eppure, lo scorso dicembre, il gruppo imprenditoriale osannava l’operato svolto, attraverso persino la diffusione di note stampa, avendo raggiunto il record di navi riqualificate.

L’orgoglio e l’entusiasmo dei vertici societari, in effetti, ha avuto un senso di esistere forse fino a quella data, fin quando gli interventi di manutenzione, meccanica e carpenteria hanno messo in sicurezza imbarcazioni possenti quali la Moby Drea, la M/N Zeus Palace targata Grimaldi, persino la Cartour Ypsilon, su cui sono stati realizzati, tra l’altro, adeguamenti sulle condotte di ventilazione ed all’impianto antincendio e il Rimorchiatore “Seaway Invincible” di un armatore americano.

Gli esponenti sindacali accusano da una parte la società per aver ridotto i livelli di produzione ai minimi storici e per non aver rispettato gli impegni presi durante la gara di appalto: dall’assunzione di personale agli investimenti nel cantiere. Dall’altra, biasimano le istituzioni, soprattutto l’Autorità Portuale, che non hanno né difeso gli interessi della città né vigilato sui termini del capitolato d’appalto.
Il cantiere Palumbo era in grado “di occupare oltre mille lavoratori – dicono i rappresentanti di Or.S.A, Cisl e Cub -, un cantiere che con le sue potenzialità dovrebbe fare impallidire la concorrenze, invece stenta a procacciare produzione in una città che vive di mare e navi”.
Adesso, tocca alla Prefettura prendere le redini della vertenza che, attraverso la mediazione odierna della dirigente Di Maio, solleciterà la convocazione di parti sociali, istituzioni e impresa Palumbo. (MARCELLA RUGGERI)

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