GAY PRIDE 2014: TUTTO QUELLO CHE NON CI SIAMO PERSI

Il 22 giugno 2013 MessinaOra ha partecipato al Gay Pride Nazionale tenutosi nel Capoluogo Siciliano per documentare l’evento tanto atteso dalla comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender). Quest’anno abbiamo potuto fare di più e, nello stesso giorno in cui Palermo si riaccendeva di colori sgargianti, abbiamo spostato i nostri orologi di appena un’ora indietro e siamo volati a Londra. Tra le sorprese inattese, le bandiere del Partito Democratico italiano. Benché la parata Londinese 2014 si sia svolta nel medesimo giorno di quella Palermitana, sabato 28 giugno, non possiamo che rispolverare le memorie dell’anno passato e notare che, data a parte, gli eventi non sono poi tanto speculari.

 

Le instabili condizioni meteorologiche, che a più riprese ci hanno costretto ad aprire gli ombrelli, non sono affatto state di impedimento al regolare svolgimento della parata, ne’ alla partecipazione di una folla di entità tale da riuscire a bloccare completamente le grandi strade cittadine perfino al passaggio pedonale. Nonostante la mole dell’affluenza, tuttavia, lo spirito del Pride londinese non ha soddisfatto le nostre aspettative. Una fila di transenne dispiegate lungo tutto il percorso ha impedito la partecipazione attiva della popolazione che è rimasta di fatto solo spettatrice ai bordi della parata. L’aspetto sorprendentemente piacevole, tuttavia, riguarda proprio i partecipanti alla sfilata.

 

Oltre al sempre presente carro targato Amnesty International e alle associazioni di genitori, simpatizzanti e attivisti, il Pride londinese ha potuto contare sull’adesione di rappresentanze delle più importanti società sportive afferenti nella fattispecie al mondo del calcio (ricordiamo tra tutte l’Arsenal), del pattinaggio, del football americano, del nuoto, del badminton, della pallavolo, del karate. Sportivi di ogni genere, vogliosi di supportare l’evento non senza un pizzico di autoironia, tra i quali si è nascosto anche qualche volto noto. Per l’appunto siamo riusciti a intravedere il viso rilassato di un soddisfatto Ian McKellen, altrimenti noto come Gandalf, unico nome che i fan sovreccitati hanno ricordato nel momento in cui lo hanno adocchiato alla parata. A sfilare anche intere categorie di lavoratori che si sono concessi di dare alle loro divise un tocco di colore, quello dell’arcobaleno LGBT. Tra questi, rappresentanti della law society e del LGBT Labour, sezione interna al London Labour party. Sempre impeccabili nella loro instancabile marcia, si sono poi avvicendati i corpi di polizia, marina, vigili del fuoco, e primo soccorso.

 

IFAnche Google ha presenziato con il bus arcobaleno che recitava “proud to play”, ma niente di tutto questo è stato più dirompente dell’energia e dei sottintesi provocatori scaturiti dalla partecipazione di scout cattolici, associazioni di cristiani LGBT e perfino LGBTQ musulmani che esibivano cartelloni su cui era chiaramente leggibile “Allah ama tutti noi”. Ebbene sì, nessuno, proprio nessuno, ha voluto rinunciare ad esprimersi e nella girandola variopinta ha trovato spazio anche lui, il novantunenne sulla sedia a rotelle che ha esposto il cartello con la dicitura “Il gay più anziano!”. Di sponsor, poi, una moltitudine. Tra loro non sono mancate le grandi catene di supermercati Asda e Tesco e il noto Starbucks.

 

Resoconto finale? Ad una partecipazione decisamente massiva di enti e associazioni al Pride Londinese, indice di una società che si è quasi lasciata alle spalle molte delle riserve permanenti nel nostro paese, e che però ha reso ogni altro accorrente solitario mero spettatore, fa da contraltare una Palermo in cui la Parata si trasforma da sfilata in festa collettiva, ma ancora vetrina di questioni irrisolte. Una nota sul Pride palermitano di quest’anno non può essere tralasciata: il governatore Rosario Crocetta, sceso in piazza con il gonfalone della Regione siciliana, ha annunciato che la legge sulle coppie di fatto si farà. “Il gonfalone esce solo per fatti importantissimi- ha ribadito- e cosa è più importante di una battaglia per i diritti civili e per i diritti di libertà delle persone?”. (LAURA MANTI)

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