MORTE LAVORATORE MESSINAMBIENTE, SPAZZATRICE ASSASSINA O MALORE. IN UN MESE IL MEZZO 2 VOLTE IN OFFICINA

Doveva essere il giorno del silenzio e del dolore misto ad impotenza e, forse, desiderio di giustizia. Invece, come da copione, nei giorni del faccia a faccia con la perdita umana, con la perdita di un immenso affetto, basta una “fugace” notizia per ricordare che gli incidenti sul lavoro hanno sempre delle conseguenze inevitabili. La morte di Nino Tomasello, l’operatore di Messinambiente di cui questa mattina sono stati celebrati i funerali alla Chiesa di S. Pietro e Paolo, è già stata catalogata come disgrazia sul luogo di lavoro dai sindacati ma anche dagli stessi colleghi e dalla famiglia della vittima per cui si dovranno trovare dei responsabili e su cui la magistratura sta già indagando. La richiesta di autopsia è già scattata da parte dei congiunti. Ma le informazioni più sconcertanti emergono dall’interno della stessa Società dove risulta che la spazzatrice guidata da Tomasello quel tragico giovedì 3 luglio, con cui è precipitato nel torrente Pace, avrebbe avuto problemi già da diversi mesi, sulla scorta di più segnalazioni registrate da un autista.

Funerali Tomasello Messinambiente (20)Fino a due giorni prima della sciagura, la spazzatrice 396 modello “Sogas” si trovava nell’officina aziendale. Non si trattava di un semplice intervento di manutenzione ma di una riparazione che l’ha tenuta ferma per ben tre mesi. Questo mezzo è stato noleggiato nel 2007 con un gemello, il 416, che di fabbrica si è rivelato più efficiente. Siccome “non tutte le ciambelle escono col buco”, ecco che si ritorna al prodotto “difettoso”. Ad utilizzare quel mezzo erano in due: Tomasello e un altro autista. La notizia più incisiva è che l’altro dipendente era andato in servizio il mercoledì prima dell’incidente con l’autospazzatrice, senza riscontrare problemi e ripulendo la Strada Statale 114, le zone Zafferia e Villaggio Cep. Il giorno dopo, sembrerebbe che lo stesso mezzo non sia riuscito a frenare lungo la discesa di Pace e che Tomasello abbia scelto di ripiegare sul torrente per evitare di investire altri veicoli. Non si può ancora scartare l’ipotesi di malore del conducente. Ma, alla luce di un mezzo che dopo tre mesi esce dall’officina, le valutazioni dovranno essere molto meticolose e confortate dalle carte laddove ci siano.

spazzatrice gemella dell'incidente Tomasello_messinaora
spazzatrice gemella dell’incidente Tomasello

Non è finita qui! L’autista che conosceva ormai da 13 anni il collega scomparso aveva scritto per ben due volte all’Amministrazione aziendale riguardo al mezzo malfunzionante. Prima 4 mesi fa, sempre lungo la strada mortale di Tomasello, i freni della spazzatrice avevano ceduto per cui erano stati sistemati meccanicamente dai tecnici, in pochi giorni, dopo apposito verbale del lavoratore. In quest’occasione, il dipendente è stato in grado di rallentarne e bloccarne la corsa utilizzando le spazzole e il manettino elettrico (per intenderci, il freno a mano delle nostre autovetture). Tutti i dipendenti della Partecipata quando escono con i mezzi prelevano un foglio di marcia ed uno di controllo dove sono tenuti a rispettare i compiti di destinazione e a denunciare i guasti.

A distanza di un mese, lo stesso autista ha forato una gomma di quello stesso mezzo alla discarica di Pace. Recuperata da un piazzalista di Messinambiente, la spazzatrice 396 (e siamo arrivati a tre mesi fa) ha riportato un intoppo all’impianto frenante ancora una volta. Oltre alla mancanza di freni, la 396 sia andata incontro ad una perdita di gasolio per cui ha sostato per un trimestre in officina. Gli addetti ai lavori ci spiegano che l’autospazzatrice per sua natura non dovrebbe essere indicata per operare in discesa ma solo ed esclusivamente in pianura. Questo perché la tipologia di mezzo è dotata di un impianto frenante cosiddetto “a bagno d’olio” per cui i freni si surriscaldano e si bloccano. Insomma, non bisognerebbe essere meccanici per comprendere che l’autospazzatrice in genere, a prescindere dal numero di matricola, forse non è adatta a percorrere le discese.

E poi, quell’altra segnalazione di un nostro utente, giunta in redazione, che ha raccontato di aver visto, la mattina dell’incidente, Tomasello che, sostando sul Viale Giostra, armeggiava con il suo mezzo, cercando di allontanare il fumo che ne fuoriusciva.
Speriamo che l’incolumità dei lavoratori possa essere salvaguardata a partire da domani, dopo questo incontro con tra il liquidatore Alessio Ciacci e i sindacati. E’ chiaro che debba aprirsi una nuova epoca per la Messiambiente in termini di turnover dei mezzi e non solo di riparazione. Alcuni veicoli degli anni Novanta, presenti nell’autoparco, non potranno mai essere garanzia di resistenza, sicurezza e validità. (@MARCELLA RUGGERI)

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