TREMESTIERI: IL COMITATO LA NOSTRA CITTA’ DENUNCIA I “GIOCHINI DI SABBIA”

Lunedì scorso il porto di Tremestieri avrebbe dovuto essere completato. Ma nonostante annunci e riunioni tecniche, l’apertura del secondo scivolo è ulteriormente slittata, corroborando i dubbi di chi ha sempre denunciato l’anomalia di un ritardo nella consegna dei lavori. Ma cosa succede al secondo approdo?

Lo documenta il Comitato la NoStra Città che lunedì 11 agosto ha monitorato i lavori in corso. “Da alcuni giorni – scrive il comitato –  la ditta dei  F.lli Scuttari, con il pontone S.Luca Primo, esegue le operazioni di dragaggio indispensabili a liberare i fondali del Terminal di Tremestieri da sabbie e ghiaie. Con profondo stupore, è stato notato che gli inerti prelevati dai fondali vengono scaricati in mare ad una distanza di circa 400 metri dalle invasature di “emergenza”. Nell’arco della giornata sono circa quattro le operazioni di “carico” e scarico” mentre la zona di “smaltimento” a mare è quella che corrisponde, in linea d’aria, all’ex “Alta Marea”. Di tutto ciò sono preoccupati gli abitanti della zona costiera che da anni subiscono la continua erosione del litorale. Siamo infatti al paradosso che la sabbia scaricata in mare tornerà molto presto a riempire di inerti gli approdi  rendendoli per l’ennesima volta inagibili mentre il litorale, che avrebbe bisogno di continuo ripascimento, dovrà aspettare la fattibilità di un progetto di protezione del costo di oltre 300 mila euro”.

Il Comitato La Nostra Città si rivolge quindi alla Capitaneria di Porto,all’Autorità Portuale,alla Regione Siciliana,al Prefetto di Messina per conoscere se l’esecuzione delle opere di dragaggio e smaltimento degli inerti siano stati e sono eseguiti secondo le prescrizioni e le normative di legge e se le indicazioni del capitolato d’appalto siano rispettate.

“In mancanza di risposte immediate -dichiara Saro Visicaro, portavoce del comitato –  non rimarrà che presentare un esposto alla Procura della Repubblica per omessa vigilanza e per  procurata inagibilità degli approdi con relativi danni materiali e ambientali alla Città di Messina”.

 

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