Fuori Furnari, dentro Croce: ecco cosa può cambiare per Messina con il Crocetta ter

Fuori Giusi Luvarà Furnari, dentro Maurizio Croce. Così Messina nel cosiddetto Crocetta ter. Il capoluogo peloritano sembra destinato a perdere, a palazzo d’Orleans, la “pupilla” del governatore, approdata nell’esecutivo, con delega alla Cultura, a seguito del penultimo rimpasto, dopo essere stata proposta sia come candidato sindaco del centrosinistra, alle amministrative di Messina del 2013, che come soprintendente del Teatro Vittorio Emanuele. Al suo posto, colui che dal 2010 al 2013 è stato commissario per l’attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico nelle Regioni Sicilia e Puglia. Con quali risultati, è sotto gli occhi di tutti.

Il nome di Croce era già stato fatto proprio in occasione del Crocetta bis. All’epoca prevalsero altre logiche. Oggi, Rosario Crocetta sembra mosso dalla necessità di non farsi mandare via a calci da un’Ars con la quale i rapporti sono sempre più tesi. Da qui, l’indicazione di un professionista fortemente sostenuto dal capogruppo dei Drs, Beppe Picciolo. Croce, che è laureato in chimica, rivestirebbe la carica di assessore al Territorio e all’Ambiente.

Un ruolo strategico, proprio alla luce delle sciagure alluvionali che colpiscono da anni la provincia di Messina. Come commissario, obiettivamente, non passerà alla storia per le grandi conquiste ottenute in termini di sicurezza. L’auspicio è che possa fare meglio sedendo al tavolo del presidente della Regione.

Presidente che, proprio in virtù della necessità di ricucire i rapporti con chi potrebbe defenestrarlo anche domani, pare intenda dare un’impronta maggiormente politica al proprio esecutivo, cooptando una serie di deputati a discapito degli attuali “tecnici”. Unica sopravvissuta al nuovo rimpasto, di cui oggi alle 15 dovrebbero essere rese note le connotazioni, l’assessore alla Sanità, Lucia Borsellino. Forse nella speranza che prima o poi dica cosa intenda fare dell’ospedale Piemonte.

Potrebbero passare indenni all’ennesimo stravolgimento anche Linda Vancheri e la contestatissima Nelli Scilabra, nota più per i disastri nella formazione professionale che per altro. Ma il Pd di Fausto Raciti invoca l’azzeramento. E gli altri partiti della pseudo maggioranza un posto al sole. Non resta che attendere, al verdetto mancano poche ore.

 

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