Domenica la prima di “Atto Unico”: in scena il teatro-canzone con “Asini Tutti”

Mancano soltanto 6 giorni all’apertura della nuova stagione di “Atto Unico”, curato da Auretta Sterrantino, che prenderà avvio questa domenica, alle ore 21, presso il Teatro Maria Annibale di Francia, con lo spettacolo “Asini Tutti” (QAProduzioni).

Nato da un’idea di Vincenzo Quadarella, sound designer, musicista, cantante e scrittore siracusano, “Asini Tutti” vede sul palco, al fianco di Quadarella (voce narrante, cantante), il messinese Filippo La Marca (pianista, compositore e arrangiatore con esperienza di musiche per il teatro) al pianoforte e, con viola e violino, il catanese Daniele Testa (giovane musicista con numerose partecipazioni ad orchestre e ai tour di Riccardo Cocciante, Nicola Piovani, Pooh). Voci recitanti, Oreste De Pasquale (già diretto, tra gli altri, da Antonio Calenda, Maurizio Marchetti, Antonio Lo Presti, Giovanni Boncoddo, Sasà Neri, Giampiero Cicciò, Gianni Scuto, e, nel 2014, interprete di Edgard in “Matrioska”, regia e drammaturgia di Auretta Sterrantino) e Loredana Bruno (già in scena per Christian Bisceglia, Francesco Vadalà e nel ruolo di dott. Raphael sempre in “Matrioska”).  Nel cast tecnico di “Asini Tutti” Valeria Mendolia (scene e costumi), Felice De Pasquale (aiuto scenografo) e Martina Morabito (assistente).

“Ho scelto di aprire la rassegna di quest’anno con ‘Asini Tutti’ – spiega Auretta Sterrantino, direttrice artistica di ‘Atto Unico’ – perché si tratta di uno spettacolo che si pone in ideale linea di continuità con quello di apertura della scorsa stagione, “ProTesto”. Il senso è quello di porre l’accento sulle motivazioni profonde che hanno dato vita ad ‘Atto Unico’, la ferma volontà di ‘protestare’, ‘semplicemente’ attraverso le parole, facendo cultura, incoraggiando a riflettere, esporsi, agire”.

Nel solco del teatro-canzone, “Asini Tutti” è, nelle parole del suo ideatore Vincenzo Quadarella, un “gioco tra musica e parole”, che indaga avvenimenti e riflessioni di quei pensatori del XX secolo che “avevano ben chiaro quel che stava succedendo ed hanno cercato di comunicarcelo in tutti i modi, dalla Arendt, a Terzani, alla Fallaci, da Pippo Fava a Giorgio Gaber”. “Nello spettacolo ci sono – aggiunge Filippo La Marca – alcune tra le più belle canzoni scritte in Italia. Per dare una coerenza stilistico-sonora, abbiamo riarrangiato ogni singolo pezzo e ci divertiamo tantissimo a suonare le canzoni scritte da altri a modo nostro. D’altronde, l’arrangiamento è il vestito che decidi di fare indossare ad una canzone, è molto importante”. Ed è  – conclude Daniele Testa – “un modo per farne rivivere lo spirito ed entrare a farne parte”.

“Ripercorrere alcuni dei momenti paradigmatici del nostro Novecento – commenta Loredana Bruno – sarà come fare un viaggio attraverso quello che ci ha portati ad essere qui oggi. Sarà un modo per ricordarlo a noi stessi e a coloro che verranno a vedere il nostro spettacolo. Ricordarlo,  forse, anche per sentirci in dovere di essere migliori di quello che siamo diventati”. “A prima vista il nostro ruolo di ‘voci recitanti’ – conclude Oreste De Pasquale – potrebbe sembrare un intervento più facile rispetto all’interpretazione di un personaggio. In fondo hai dei fogli davanti e devi ‘solo’ leggere! In realtà non è affatto così. Un personaggio può muoversi, ha come strumento d’espressione tutto il suo corpo. Qui si tratta invece di far passare un messaggio, un’energia, solo con la voce e nulla più. Sarà una sfida sicuramente interessante”.

Ultimo, ma non meno importante, l’allestimento. Firmato da Valeria Mendolia, mette in scena  “una strada che va in prospettiva verso la luna, a indicare un presente che attraverso il passato si proietta al futuro. Scena, luci, proiezioni formano un un’unica ambientazione coerente con il senso dello spettacolo. Gli asini proseguono per la loro strada con forza e ostinazione…”.

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