Il porto insabbiato, l’Amministrazione: “Era già tutto previsto”

“Purtroppo si sa che il porto, almeno 20 giorni l’anno, resterà chiuso”, così Giampiero Neri, responsabile della comunicazione dell’Amministrazione, sulla questione Tremestieri. Al primo vagito di un autunno che ha stentato a fare capolino, il maltempo ha avuto la meglio e l’insabbiamento non si è fatto attendere.
“E’ chiaro che si devono accertare le responsabilità dei progettisti che non solo hanno progettato male ma hanno sconquassato mezza costa a nord”, prosegue l’esperto del sindaco; “dunque bisogna capire come mai i lavori sono progettati male e poi anche eseguiti male”.
Dopo vari tentativi di contattare Renato Accorinti (attualmente a Roma) e il suo portavoce per avere delle dichiarazioni sulla questione, questo è quanto si è riusciti a cavare dal buco.
“Come Comune ci siamo subito mobilitati e abbiamo chiesto all’Ente Porto di ridarci la sabbia che, con i mezzi di cui provvediamo, proveremo a mettere da Galati andando verso nord”, citazione testuale.
Sulla possibilità di fare marcia indietro e sconfessare l’opzione Tremestieri, evidentemente inadeguata, e valutare opzioni alternative, niente da dichiarare; così come anche sulla questione tir, nodo cruciale della faccenda. Perchè se è vero che il porto della zona sud non è risultato sufficiente fino ad oggi a risolvere la vicenda, in questo momento lo è ancor meno. E dunque questi mezzi pesanti da dove diamine passeranno? Passeranno? L’amministrazione ci ha pensato? Immaginiamo verrà emesso un atto ufficiale che preveda la deroga alle disposizioni previste nella famosa “delibera antiTir”. Non è dato sapere. Neri ammette di dover controllare se nell’atto dei mesi scorsi sia prevista o meno una clausola che, di fatto, sospenda le disposizioni ordinarie, in caso di emergenza. Quel che resta, ad ora, è una non notizia: c’è questa situazione, andrebbe fronteggiata ma apparentemente, oltre il tanto fumo e qualche dichiarazione di circostanza, dal sindaco (o chi per lui) niente di concreto.
Aspetteremo…ancora! (@Eleonora Urzì)

 

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