Minori migranti, su Casa Mosè il Comune se ne lava le mani: “L’Aibi ha richiesto il trasferimento, l’abbiamo assecondata” – VIDEO

“Se il Ministero non manda i soldi che colpa ne abbiamo? Vi pare che io non mi preoccupo dei migranti minori? poi è l’Aibi stessa che ha fatto richiesta di trasferimento perchè non ce la faceva. E tra l’altro la struttura di Camaro non è accreditata secondo il decreto Crocetta”.

Il Sindaco Accorinti non accetta che sia proprio la sua amministrazione ad essere additata sulla cattiva gestione dei minori migranti. E lo dice apertamente nel corso della conferenza stampa indetta per spiegare nel dettaglio i rapporti intercorsi tra l’assessorato ai servizi sociali del Comune e l’Aibi, che dal 2013 si è occupata di accompagnare i minori giunti dagli sbarchi e senza genitori, subito dopo la primissima accoglienza e in attesa di ricongiungersi ai familiari o di essere spostati negli Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). “L’Aibi nel 2013 aveva firmato un documento in cui non pretendeva pagamenti da parte del Comune se non dopo l’accreditamento dei fondi da parte del Ministero – continua Accorinti – sono contento della manifestazione di solidarietà da parte degli abitanti di Camaro, ma sono stati loro a non poter continuare il servizio”.

Il documento dell'Aibi del 2013
Il documento dell’Aibi del 2013

“Mi sembra davvero eccessiva questa reazione: il fenomeno ha spiazzato il governo stesso, tanto più noi che non abbiamo un fondo per i migranti”, continua Accorinti che ai giornalisti si è presentato con il dirigente Giovanni Bruno con “carte alla mano”, per dimostrare come non ci alcun tipo di intento vessatorio nei confronti dall’associazione di cui si è apprezzato il lavoro svolto. A chi chiede perchè non affidarli alla famiglie disposte ad accoglierle, il dirigente sobbalza e dice “ma le conosce lei queste 1500 famiglie?” quasi fosse una corbelleria.

Assente, senza che nessuno spiegasse nel dettaglio “perchè”, l’assessore Mantineo. Proprio oggi che nel salone degli Specchi altri minori parlavano di diritti e vi era pure la presenza di alcuni ospiti del Cara di Mineo, dove vivono oltre 100 bambini (con le famiglie, in questo caso). Ma come ci spiega il dirigente Bruno: “le competenze dell’assessorato ai servizi sociali sono molteplici, e abbiamo solo 19 assistenti sociali, di cui 6 sono contrattiste e lavorano tre giorni la settimana”.

Ce lo dice perchè, a prescindere dalla questione economica ( secondo il dirigente l’Aibi avrebbe richiesto il pagamento di fatture anche per “costi della struttura, tipo i lavoratori” che non tornano) chiediamo cosa ne sarà di questi minori, del percorso intrapreso per la scolarizzazione, o se ci sono progetti che riguardano loro nello specifico.

La risposta ci lascia perplessi: “Il Comune ha competenza per i minori non accompagnati – ci dice il dirigente – ma non sono solo i migranti. Noi ci dobbiamo occupare di tutti, dal trasporto nelle scuole dei minori disabili a quelli segnalati dall’Autorità Giudiziaria”.

Ma per i minori migranti ci sono progetti in corso? “No”, è l’unica risposta dopo tanto incalzare. Quindi è una questione politica. E allora il dirigente, col rossore sul viso, fa spallucce. Anche questo non è di sua competenza.

Il decreto annunciato dall’assessore e  arrivato a settembre  dal ministero degli Interni che prevede l’accreditamento  per i mesi da gennaio sino a giugno 2014 di 120mila euro a favore del Comune per la collocazione dei minori in strutture, paga i tempi della burocrazia. I soldi, materialmente, non ci sono ancora. E in ogni caso, da questa somma, dovranno essere pagate tutte le strutture che in questi mesi hanno accolti i ragazzini: oltre a Casa Mosè ( a cui si prevede di dare 70-80 mila euro) anche per le Suore dello Spirito Santo, per Cristo Re, per l’Ipab di Santa Lucia.

Ma cosa succederà a questi ragazzini? E per quelli che verranno? Nessun progetto è stato programmato dal Comune, così come confermato oggi dal dirigente e  denunciato dal’ex esperto Clelia Marano. (@palmira.mancuso)

 

 

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