Calcio, Acr Messina. Gaetano Catalano sul delicato momento dei giallorossi: “Tante analogie con l’anno scorso, per un allenatore non è mai facile”

La sconfitta del Messina a Martina Franca ed il prolungamento del silenzio stampa aprono scenari davvero preoccupanti sul fronte giallorosso. L’abbiamo definita una squadra senz’anima, assente nello spirito e nel corpo, simile ad una nave che quasi non sembra più rispondere ai comandi del suo timoniere, Gianluca Grassadonia, per il quale, al momento la panchina sembra scricchiolare sebbene ancora si possa considerare salda. Momenti non facili per chi fa il mestiere dell’allenatore, oggi anche motivatore, psichiatra, psicoanalista e psicoterapeuta, in un calcio che è decisamente cambiato, destinato ad essere sempre il capro espiatorio di un fallimento di gruppo. Al momento il tecnico campano resta dov’è, ma il copione è quello dello scorso anno quando Gaetano Catalano, reduce da un campionato vinto a suon di record tra i dilettanti, perdeva di mano una squadra costruita male ed in fretta, come testimoniò il mercato di gennaio, lasciando la panchina giallorossa il 2 dicembre 2013, guarda quanto beffardo è il destino.

Ne abbiamo discusso proprio con l’ex tecnico di Messina e Milazzo, intervenuto ai microfoni di MessinaOra.it: “Seguo il Messina chiaramente ma non voglio giudicare l’operato di Grassadonia né quello del suo staff tecnico perché non conosco le dinamiche interne. Di certo ci sono tante analogie con quello che accadde l’anno scorso quando su quella panchina c’ero io, tra infortuni –Maiorano su tutti-, scelte di mercato relativi ad alcuni calciatori stranieri, ma inutile tornare alla mia esperienza, bisogna evitare che questa squadra venga risucchiata nelle zone basse della classifica. Bisogna parlare ai ragazzi, motivarli, dargli fiducia, sono giovani e uscirne non è mai facile”.

Catalano si aspetta dei movimenti nel mercato gennaio, certo che la dirigenza sappia già come muoversi per applicare i giusti correttivi all’organico: “Sono sicuro che il direttore, che di calcio ne capisce, inserirà degli elementi di esperienza che al momento mancano”; tuttavia sia Lo Monaco che Ferrigno continuano a sostenere che la squadra sta rispettando i programmi della società e che non bisogna aspettarsi numerosi movimenti nella sessione invernale: “Loro conoscono le qualità della rosa che hanno costruito, se ritengono di non prendere nessuno evidentemente si aspettano tanto da elementi che ancora non stanno dando quello che ci si aspettava. Ma credo che a gennaio ci saranno dei movimenti”

Non un momento semplice quello che vive Grassadonia, alle prese con le critiche da parte dell’ambiente giallorosso: “Da fuori è sempre facile parlare, si dicono tante cose. Scattano certe dinamiche che dall’esterno non sempre si posso capire. Un allenatore la vive male, anche perché questa squadra al momento è debole soprattutto mentalmente e i risultati non aiutano. Poi potrebbe esserci anche altro all’interno dello spogliatoio, sebbene Messina non abbia mai sofferto di questi problemi, ma questo io non posso saperlo”.

Sulle polemiche scaturite dallo scialbo pareggio con l’Aversa nel post gara si esprime così l’ex tecnico peloritano: “Credo che certe cose dopo una partita non si debbano dire, ma probabilmente i giocatori che hanno detto quella parolina in più lo hanno fatto per la rabbia di non aver ottenuto quello che volevano, senza neanche pensare in quel momento alle conseguenze”.

Errori di valutazione ripetuti, se si esclude il primo anno di gestione, da parte della società, costretta l’anno scorso e presumibilmente anche questa stagione a rivedere i programmi circa la costruzione dell’organico operata nella sessione estiva: “Non si tratta di strategia, quanto probabilmente di valutazioni sbagliate. Magari si pensa di affrontare un tipo di campionato e poi ci si trova davanti tutt’altra cosa. Questo girone è spaccato in due: da un lato hai squadre come Benevento, Catanzaro, Salernitana e Lecce che hanno investito per vincere, dall’altro un gruppo di squadre che lotta per salvarsi, anche se tra queste ce ne sono alcune che esprimono un buon calcio come il Melfi”.

Catalano non ha ancora trovato una panchina da cui ripartire, nonostante un campionato vinto tra i dilettanti con il Messina e l’esperienza, oltre che con i giallorossi, con il Milazzo in Lega Pro. Una situazione insolita: “Beh si effettivamente è un po’ strano, probabilmente non ho santi in paradiso, diciamo che in questo ambiente ci vogliono molte conoscenze. In realtà ho avuto delle proposte che per fortuna, dato come sono andate certe situazioni, ho rifiutato. Preferisco aspettare un progetto serio, un contesto in cui poter lavorare serenamente, non è facile ma nella vita non si può mai sapere”. Al mister, simbolo di umiltà, professionalità e cordialità in un ambiente tutt’altro che pulito, i migliori auguri per il futuro.

@RobertoFazio

 

 

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