Beppe Fiorello, uno straordinario “picciriddu” in un “vecchio frack”

Emozionato ed emozionante. Beppe Fiorello ha chiuso la sua tappa messinese al Teatro Vittorio Emanuele dedicando lo spettacolo a Graziella Campagna, e ai fratelli Piero e Pasquale, presenti in sala, come molti familiari letojannesi dell’attore. Un lungo applauso a scena aperta e due fuori programma a sottolineare l’atmosfera speciale di un abbraccio familiare.

Uno spettacolo intenso, nel quale l’ormai maturo Fiorello ha regalato al pubblico il suo volto più intimo, quello del “picciriddu chi non parra mai”, ma che osserva e ascolta, e spalanca gli occhi sulla vita. Quella quotidianità familiare, che ha il volto del padre, in una continua sovrapposizione con Domenico Modugno, che ritrova in ogni ricordo della sua migliore Sicilia.

Il “lupinario” che gli regala il primo disco sbiadito, i viaggi in macchina per raggiungere la nonna, le tavolate con gli zii e i cugini e con l’immancabile cicoria, le feste di paese. Fino a quell’ultimo carnevale, quell’inatteso addio. E sullo sfondo sempre lui, Mimì. Quel ragazzo che aveva lasciato il paese per fare fortuna e che aveva assunto i panni del siciliano, fino a diventare un mito della canzone, tanto da ricevere nel 1958 il Grammy Award con quel Blu dipinto di Blu che continua a far Volare.

Una storia di ricorrenti rimandi, un gioco di specchi tra Beppe Fiorello, Domenico Modugno e  Nicola Fiorello. Tre uomini che hanno inseguito il loro sogno, e che continuano a regalare poesia. (Pal.Ma.)

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