Un “suicidio di mafia”, il caso Manca a Palazzo dei Leoni. Ad Attilio intitolato un centro/biblioteca a cura dell’Osservatorio Natoli

L’occasione è stata la presentazione del libro ”Un suicidio di mafia. La strana morte di Attilio Manca” (Castelvecchi Editore) del giornalista Luciano Mirone. Ma l’incontro organizzato dall’Osservatorio Lucia Natoli a Palazzo dei Leoni è stato un momento importante per riaccendere i riflettori sul tema della mafia nella città di Messina e nella sua provincia, partendo da uno dei casi emblematici della storia recente, sul quale è necessario fare ancora chiarezza.

Molta la partecipazione, con il Salone degli Specchi gremito fino alle 20,30: un pubblico attento (a cui si è aggiunto il sindaco Accorinti con l’assessore Ialacqua) e che ha voluto mostrare la vicinanza alla famiglia Manca, che ha annunciato per il prossimo 11 febbraio una messa a Barcellona Pg per ricordare l’undicesimo anniversario della morte dell’urologo.

“E’ importante che i giovani vengano informati – sottolinea Saro Visicaro – perchè la memoria è l’unica arma veramente efficace contro l’omertà. Anche per questo abbiamo deciso con l’Osservatorio Lucia Natoli di dedicare ad Attilio un centro/biblioteca nella nostra sede nella zona Sud, a Santa Lucia sopra Contesse, una periferia della città particolarmente difficile, e che offre pochissimo alle nuove generazioni”. (vedi video)

Ad aprire l’incontro il fratello di Attilio, l’avvocato Gianluca Manca, che ha ricostruito le tragiche ore seguite alla notizia della morte del fratello, e gli ultimi dieci anni caratterizzati da domande a cui le indagini non hanno ancora dato risposte esaustive.(vedi video)

Particolarmente atteso l’intervento del procuratore della Repubblica al Tribunale di Messina Sebastiano Ardita, che, sottolineando come il libro di Mirone, pur nel suo linguaggio suggestivo, raccolga una serie di fatti importanti per la ricerca di una verità giuridica, ha raccontato un inedito episodio del suo personale incontro con Bernardo Provenzano. “Ricordo perfettamente l’11 aprile del 2006 quando da direttore dell’ufficio detenuti del Ministero firmai il 41bis per il capomafia. Sentì il bisogno d’andarlo a trovare per soddisfare una curiosità professionale. Mi trovai dinanzi ad un vecchietto dall’aria apparentemente inoffensiva, ma che aveva il volto, i modi di fare e tutte le caratteristiche del boss mafioso.” (vedi video)

Ha invece fatto il punto sui lavori della Commissione Antimafia il deputato Francesco D’Uva(M5S) che ha sottolineato come l’ultima audizione con i magistrati di Viterbo non abbia fugato i dubbi della commissione d’inchiesta che sta procedendo a fare ulteriori verifiche.

Interessanti anche gli interventi degli altri ospiti, l’avvocato Enzo Guarnera, Saverio Masi, maresciallo dei Carabinieri in servizio di scorta del magistrato Di Matteo, e lo stesso autore Luciano Mirone che nel suo libro ha ribadito come ”ci sono molti aspetti che rendono ancora poco chiara la vicenda della morte dell’urologo Attilio Manca che nei giorni in cui il boss Provenzano era a Marsiglia era anche lui nel Sud della Francia per assistere ad un’operazione, come aveva detto alla mamma per telefono”.

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