Corto circuito a palazzo Zanca, sindaco ordina chiusura scuole ma sms e comunicati restano in canna

Che senso ha ordinare la chiusura delle scuole per evitare possibili disagi dovuti al maltempo, se non lo si comunica ai diretti interessati? E’ questa la domanda che in molti si pongono e alla quale si cerca di dare risposta per capire cosa sia saltato nell’ingranaggio di palazzo Zanca, impedendo che la stampa messinese venisse informata tempestivamente del provvedimento del primo cittadino, in vigore per oggi. I media, infatti, hanno potuto allertare la popolazione, certi della fondatezza della notizia, solo ieri dopo alle 21. A solleticare la curiosità degli operatori dell’informazione, le voci assolutamente ufficiose sull’imminente giornata di vacanza forzata che si stavano diffondendo con sempre maggiore vigore, trovando sponda solamente su alcuni organi di informazione locali. Proprio intorno alle 21, il telefonino del portavoce del sindaco, Gianpiero Neri, è stato inondato di telefonate da parte di giornalisti in cerca di riscontri. Solo allora si è avuta l’ufficialità che ha consentito di pubblicare la notizia il più velocemente possibile, al fine di allertare il maggior numero di persone. Insegnanti e familiari degli alunni, in particolar modo. L’sms diramato di solito, in questi casi, con il sistema Alert System ha raggiunto i telefonini ancora più tardi, alle 22,38.

Ma a cosa è dovuto questo cortocircuito informativo? Questa mattina, in Prefettura, nel corso della sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra palazzo del Governo e l’Associazione Nazionale Giovani, Renato Accorinti ha detto che le tempistiche sono dipese “dalla Protezione civile” e che “comunque i giornalisti erano stati avvisati prima”. Nulla quaestio sulla prima affermazione. Nulla di vero rispetto alla seconda. O meglio, all’amministratore devono essere sfuggiti alcuni aspetti relativi alla procedura adottata realmente. Nessuna comunicato è stato mai recapitato alle redazioni. La stessa Università ha reso noto la sospensione dell’attività alle 21,09, facendo riferimento “all’ordinanza del Sindaco del Comune di Messina” che i cittadini, purtroppo, non hanno potuto leggere tempestivamente, anche perché il sito istituzionale in cui è stata pubblicata pare sia andato nel pallone dopo i primi cento accessi.

A contribuire a ricostruire la dinamica di quelle ore convulse è l’assessore alla Protezione civile, Sergio De Cola (in foto): “Una volta ricevuto il bollettino della Soris, ci siamo consultati e abbiamo deciso di chiudere le scuole. Più o meno, intorno alle 20,30. Subito dopo, il sindaco, che ha competenza esclusiva in materia, ha firmato l’ordinanza. Nel frattempo, sarebbero dovuti partire gli sms che, tuttavia, per una serie di ragioni legate a password e autorizzazioni varie, sono stati inviati un paio d’ore dopo”.

La beffa è doppia, anzi tripla, se si tengono in considerazione due aspetti. Il primo: l’ordinanza – rinvenibile stamattina – dispone espressamente che “il presente provvedimento sia reso noto, con standard immediati di visibilità, mediante il sito istituzionale del Comune di Messina, nonché sugli organi di stampa e televisivi di rilevanza territoriale”.

Il secondo: il comunicato stampa mai divulgato alle testate rende nota “la possibilità di ricovero per la notte, dalle ore 19, nella struttura comunale Casa di Vincenzo, in via Campo delle Vettovaglie (ex Magazzini Generali) anche attraverso l’informazione che potrà essere richiesta direttamente all’Help Center di piazza Stazione (tel. 090.2402460)”.

Tutte notizie di fondamentale importanza che se, tuttavia, non vengono divulgate. è come se non esistessero. Fortuna che oggi c’è il sole. (@FabioBonasera)

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