CACCIA AL PESCESPADA: SORTEGGIO DELLE “POSTE” PER LE 9 FELUCHE MESSINESI E LE 3 CALABRESI

 

Una giornata concitata: anche quest’anno si avvia la tradizionale caccia al pescespada, a bordo delle mitiche “feluche”, le barche dotate di antenna e passerella che rappresentano una delle peculiarità dello Stretto di Messina. Alla Capitaneria di Porto si è svolto il 22 maggio il tradizionale “sorteggio delle poste”: ovvero le porzioni  di mare sulla sponda messinese, nel tratto che va da Punta Faro all’Annunziata, che, seguendo usi e costumi  dell’antica marineria, rappresentano il luogo preposto allo svolgimento della giornata di caccia.

Il termine “caccia” non è a caso utilizzato: per catturare il pescespada, infatti, non si usano “esche”, ma ogni feluca segue le fasi dell’avvistamento e dell’inseguimento che culmina con il lancio dell’arpione. Una tecnica antichissima che oggi resiste a dispetto di una economia non certo favorevole per  numeri e costi dell’attività.

Il sorteggio è avvenuto alla presenza del C.V. Antonio Musolino, Capo del Compartimento Marittimo di Messina, con l’assistente tecnico Vincenzo Arcadi dell’Ufficio Pesca e del Capitano, il C°1^Cl. Np Santi La Porta responsabile dell’Ufficio Locale Marittimo di Torre Faro e  il S.T.V. (CP) Fortunato Soriano in rappresentanza di Compamare Reggio Calabria.

Il sorteggio è stato, come spesso accade, un momento di confronto acceso, in un anno particolare per le sorti del futuro della caratteristica caccia al pescespada.  L’idea dei pescatori messinesi, infatti, è quella di procedere alla rimodulazione di alcune norme e consuetudini che hanno evidenti criticità rispetto alle condizioni attuali. Se, infatti, nel corso degli ultimi decenni, è diminuito il numero delle feluche, con la conseguente diminuzione del numero delle “poste”, consentendo l’ingresso sullo Stretto nelle sponde messinesi delle imbarcazioni calabresi, dallo scorso anno si sono aggiunte due passerelle in più. Una novità che ha reso difficile la “spartizione” dei tratti di mare, aprendo un contenzioso tra messinesi e calabresi: essendoci infatti 9 feluche ed 8 “poste”, i pescatori di Ganzirri e Torre Faro saranno costretti per due giorni ciascuno a rimanere “erranti” (cioè fuori dall’area più pescosa) per far posto alle barche calabre che, di contro, non vogliono rinunciare ad oltrepassare lo Stretto. Da qui l’inizio di una “querelle” che ha reso movimentata la riunione, conclusasi con l’impegno, da parte del Comandante Musolino, di organizzare una conferenza di servizi con i colleghi della Direzione Marittima di Reggio Calabria, per cercare una soluzione più equa per tutti.

Per questa stagione, intanto, le feluche sono già pronte a rinnovare la millenaria sfida tra l’uomo e il mare. Le vedremo girare dal 1° giugno, quando le coppie di pescespada cominceranno a raggiungere le acque dello Stretto scendendo dal Mar Tirreno per riprodursi. Questi i nomi delle otto “poste”, ancora rigorosamente in dialetto, partendo dall’Annunziata verso Torre Faro: FIUMARA – PRICUPARA, SPINA – PETTU, RUTTA-TAREA, ITARA-PRINCIPI, S.AGATA-BEDDA, PIZZO LORDU-GHIASTRU, SALINA-POSTA NOVA, PALAZZU-PUNTA. Durante la giornata di caccia ogni imbarcazione a turno “gira” nella posta, dove ha diritto a catturare il pescespada: ovviamente, seguendo le norme tramandate e registrate in camera di commercio, che rappresentano “la legge”. Per esempio, è stabilito che chi avvista una coppia di pescespada (detta “paricchia”) all’interno della propria “posta” e cattura la femmina, ha diritto di catturare il maschio anche se attraversa la posta limitrofa; mentre se si avvista un solo esemplare nella propria posta e durante l’inseguimento si cattura nella “posta” di un altro, bisogna cedere metà del pesce al detentore del diritto di posta.

Ogni feluca o “passerella”, dal nome del lungo ponte da cui si fiocina, ha una storia particolare: ognuna di esse ha il proprio affiatato equipaggio, che segue scrupolosamente il compito affidato: chi avvista dall’antenna e “guida” il timone dall’altezza di circa 40 mt, chi è pronto a correre sulla passerella inforcando la fiocina per colpire il pescespada.

Alcune di queste imbarcazioni stanno tentando di sviluppare il pescaturismo, nonostante le difficoltà logistiche derivate dalla mancanza di un porticciolo da pesca. Uno dei nodi mai risolti dalla politica, che avrebbe consentito un diverso utilizzo delle imbarcazioni anche in inverno, magari svolgendo un altro tipo di pesca, consentendo a tanti giovani di trovare un’alternativa alla disoccupazione incombente.

 

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